“Tredici anni fa, quando ho cominciato a correre, non avrei mai immaginato di arrivare fino a qui. L’impegno personale non sarebbe stato sufficiente senza il supporto della mia famiglia e di chi, per pochi metri o per decine di chilometri, per poche ore o per anni, mi ha allenato come Giuseppe Stara e accompagnato e sostenuto in questa straordinaria esperienza di vita. Grazie, di cuore, a tutti”.

Queste le parole di Carmine Corriga, al termine della   maratona di New York, corsa per far capire a tutti che lo sport, e la corsa in particolare,  sono un grande antidoto  contro la  malattia. Corriga,  60 anni, autista dell’Arst,  iscritto all’Atletica Bauladu, paese dove risiede, ha vinto l’ennesima sfida.

"Dopo cinque mesi di allenamenti, ho preso parte alla maratona per eccellenza – racconta Carmine -  probabilmente la più conosciuta ed emozionante. 42 km e 195 metri attraverso i cinque grandi distretti della città: da Staten Island a Central Park, attraverso Brooklyn, Queens, Bronx e Manhattan. Per me è stato un sogno che si è avverato".

 La storia di Corriga è davvero singolare.    Sino al 2010 non aveva mai fatto attività fisica. Improvvisamente scopre di essere diabetico e qui accade la svolta della sua vita. Inizia a correre come “medicina” e lo sport diventa parte integrante della giornata. Allenamenti su allenamenti, gare su gare,  affiancato dagli ottimi consigli del dottor Gianfranco Madau, atleta anche lui e  allora al servizio di  diabetologia e malattie metaboliche della Assl di Oristano.

Non da meno quelli di   Marcello Grussu  presidente nazionale dell’Aniad, associazione nazionale atleti diabetici,  che opera a supporto delle persone con diabete. Per Carmine Corriga è stato un continuo crescendo di gare sempre più impegnative sino alla partecipazione a una decina di mezze maratone e le maratone di  Verona 2015, Firenze 2016, Valencia 2017, Roma 2017, 2018, 2019.

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