Caos politico in Perù, dove il presidente Martin Vizcarra ha sciolto il Parlamento del Paese controllato dall'opposizione ed ha annunciato che convocherà le elezioni.

La decisione segue i ripetuti tentativi dei parlamentari di ostacolare la sua lotta alla corruzione, e l'obiettivo di Vizcarra è di affidare agli elettori un giudizio sulle responsabilità del conflitto istituzionale che ha paralizzato il Perù.

Tutto è cominciato quando il capo dello Stato si è reso conto che l'organo legislativo aveva deciso di non considerare una sua mozione di fiducia riguardante una richiesta di modifica del sistema di elezione dei giudici del Tribunale.

Sfruttando una prerogativa che gli concede la Costituzione, Vizcarra ha quindi sciolto il Parlamento e indetto, con un annuncio in diretta tv, nuove elezioni legislative. Successivamente ha anche deciso di sostituire il presidente del consiglio dei ministri nominando nell'incarico l'attuale ministro della Giustizia, Vicente Zeballos, al posto di Salvador del Solar Labarthe. Ma il Parlamento, controllato dall'opposizione al governo, non ha accettato l'operato di Vizcarra e in una sessione speciale ha votato all'unanimità la sospensione del capo dello Stato dalle sue funzioni per un anno per "incapacità temporanea", chiedendo alla vicepresidente, Mercedes Araoz Fernández di assumere i poteri. Dopo aver giurato, la neo-eletta presidente ha annunciato in un discorso davanti ai parlamentari di Fuerza popular (seguaci dell'ex presidente Alberto Fujimori) e dell'Apra, che "si avvierà una tappa di convivenza democratica e di ricerca di un accordo di governabilità"

Ad aggiungere ulteriore tensione, una dichiarazione dell'Assemblea nazionale dei governatori regionali peruviani che hanno criticato la sospensione di Vizcarra, considerata incostituzionale, ed hanno appoggiato lo scioglimento del Parlamento.

L'ultimo scioglimento dell'organo legislativo in Perù risale all'aprile 1992, in occasione dell'autogolpe dell'allora presidente Alberto Fujimori che giustificò la misura per necessità dettate dalla crisi economica e dalla lotta al terrorismo.

(Unioneonline/v.l.)
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