Hanno lavorato tutta la notte, ma alla fine sono riusciti a raggiungere un accordo sulla Brexit, annunciato nelle prime ore di questa mattina dal presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker e dalla premier britannica Theresa May.

L'intesa di 15 pagine definita da Gran Bretagna e Unione Europea, che è solo la prima fase dell'accordo, affronta tre questioni.

I DIRITTI DEI CITTADINI - La prima è quella riguardante i diritti dei cittadini europei che risiedono in Gran Bretagna. Potranno continuare a farlo, a studiare e lavorare nel Paese anche dopo la definitiva uscita dalla Ue, fissata per il 29 marzo 2019. Avranno anche diritto ai ricongiungimenti familiari, inclusi quelli con i figli nati dopo il 2019. Londra assicurerà agli europei residenti uno status speciale che garantirà loro tutti i diritti che hanno oggi: alla sanità, alle pensioni e alle altre garanzie sociali. I cittadini europei residenti in Gran Bretagna potranno ricorrere alla Corte di Giustizia europea, e gli stessi giudici britannici dovranno continuare a tener conto delle leggi europee.

I SOLDI - La Gran Bretagna continuerà a versare la quota dovuta nel bilancio Ue per tutto il 2019 e il 2020, come se fosse ancora un Paese membro, pur non potendo più mettere bocca sulle decisioni dell'Unione Europea. Si parla di una somma ancora da calcolare, ma stimata tra i 40 e i 60 miliardi di euro.

L'IRLANDA DEL NORD - Era la questione più spinosa: il confine di 400 chilometri tra Irlanda e Irlanda del Nord dopo la Brexit sarà l'unica frontiera terrestre tra Ue e Regno Unito. Tanti gli uomini e le merci che ogni giorno attraversano quel confine. La Gran Bretagna si è impegnata a proteggere la cooperazione tra i due Paesi e a evitare di stabilire un confine duro. I cittadini dei due Paesi saranno liberi di decidere se essere cittadini dell'Irlanda o dell'Irlanda del Nord. L'Irlanda era pronta a mettere il veto nel caso non fosse stato mantenuto il confine aperto.

LA MAY CEDE - Ha ceduto su tutta la linea la premier britannica, sia per far sì che la Gran Bretagna abbia accesso al mercato comune, sia perché un mancato raggiungimento dell'accordo avrebbe potuto portare alle sue dimissioni. I falchi della Brexit l'hanno criticata, a partire da Nigel Farage: "Non abbiamo votato per lasciare l'Ue mentre la premier concede giurisdizione a una corte straniera per molti anni a venire: l'intesa serve solo a salvare la poltrona della May, che porterà verso una nuova tappa dell'umiliazione. E, di fatto, rinvia la Brexit fino al 2021".

Ora via alla seconda fase, quella sugli accordi commerciali. E c'è da scommetterci: ci saranno altre scintille.

(Redazione Online/L)

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