Prima gli abbracci, i selfie e i sorrisi con i rifugiati ucraini, in particolare i bimbi. Ma subito dopo Joe Biden indossa i panni del cattivo e usa parole durissime – forse le più dure mai usate contro Vladimir Putin – arrivando persino ad evocare un cambio di regime in Russia.

E’ la giornata del presidente americano a Varsavia, in Polonia. Prima veste i panni del Consoler-in Chief: “E’ incredibile vedere tutti questi bambini”, dice impressionato dalla “resilienza” e dallo “spirito” dei profughi. “Siete coraggiosi”, dice, stringe mani, si ferma con i volontari e vede la “girandola di emozioni” negli occhi dei bambini.

Ma subito dopo torna ad essere il Commander-in-Chief, più duro e minaccioso che mai. “Putin è un macellaio”, dice ai profughi, affermando di non credere all’annunciato cambio di strategia di Mosca a cui basterebbe continuare il Donbass.

Dopo l’incontro con i profughi un discorso al Castello Reale di Varsavia, luogo simbolo distrutto dai nazisti nel 1944 e interamente ricostruito solo di recente. Inizia con una citazione di Giovanni Paolo II, Biden. “Non abbiate paura” dice, ricordando che queste parole “cambiarono il mondo”. 

Ma la sua è una vera e propria escalation verbale, che lo porta per la prima volta ad evocare un cambio di regime a Mosca. “Prepariamoci ad una lunga battaglia per la libertà”, afferma, ricordando che in questa battaglia “l’Ucraina è in prima linea” e che la Russia sta “strangolando la democrazia, non solo a casa sua”.

“Vladimir Putin ha l’audacia di dire che ha ragione, ma non ci sono giustificazioni per questa invasioni, le azioni della Russia minacciano di portare decenni di guerra”, è l’infausta previsione. “Putin – continua Biden – non deve neanche pensare a toccare un centrimetro del territorio della Nato, l’articolo 5 del trattato (secondo cui un attacco armato contro uno o più membri dell'Alleanza sarà considerato un attacco a tutte le parti) è un obbligo sacro”. Poi ricorda che l’Occidente è “più forte e unito che mai”, sottolineando che questa guerra è già un “fallimento strategico” per Mosca.

Infine l’affondo, l’evocazione di un cambio di regime: “Putin è un dittatore che cerca di costruire un impero. Per amor di Dio, quest’uomo non può restare al potere. Ma non abbiate paura. Un dittatore che vuole ricostruire un impero non cancellerà mai l'amore della gente per la libertà”.

Parole evidentemente gravi queste ultime, tanto che la Casa Bianca è stata costretta a precisare: Joe Biden “non stava parlando di un cambio di regime in Russia”.

LA REPLICA – Parole che provocano l’immediata replica di Mosca: “I nuovi insulti di Biden a Putin restringono ulteriormente la finestra di opportunità per ricucire i rapporti tra Russia e Stati Uniti” afferma il Cremlino, citato dalla Tass.

Quanto al cambio di regime evocato dal presidente Usa, “non è qualcosa che decide Biden, è solo una scelta dei cittadini della Federazione Russa”, afferma Dmitry Peskov.

“E' strano – osserva il portavoce del Cremlino – sentire accuse contro Putin da Biden, che ha invitato a bombardare la Jugoslavia e uccidere le persone”.

(Unioneonline/L)

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