Le testimonianze di Bana Alabed, la bambina che ad appena 8 anni ha commosso il mondo intero raccontando con i suoi tweet gli orrori della guerra in Siria, sono diventate un libro.

"Caro Mondo" è il titolo. "Volevo scrivere tutti i giorni su Twitter per raccontare alle persone come fosse brutto ad Aleppo e quanto fossi spaventata, ma era anche divertente raccontare cose carine, come quando mi caddero i denti", racconta Bana.

Ovviamente bisognava postare anche fotografie e video, in modo che la gente vedesse con i propri occhi: "Avevo paura che non ci avrebbero creduto senza vedere. Corpi morti, palazzi crollati, quanto era brutto...".

Dall'età di tre anni Bana conosce solo la guerra, la paura, la distruzione e la morte. Il culmine è stato raggiunto nel 2016, con l'assedio di Aleppo: è stato allora che, con l'aiuto della mamma, ha creato un account Twitter per raccontare quanto accadeva, per rivolgersi ai politici del pianeta, che spesso hanno ripreso e citato i suoi messaggi.

In quell'assedio ha perso la sua migliore amica, la sua scuola, la sua casa, e ha dovuto lasciare il suo Paese. Oggi è rifugiata in Turchia assieme ai familiari.

"Spero che il mio libro possa portare un po' di pace a tutti coloro che stanno vivendo in un Paese in guerra", dice.

Nel suo libro c'è anche il racconto terrificante di una bomba: "Una mattina mi alzai come al solito per andare dalla mamma a farmi vestire, ma non appena scesi scoppiò una bomba, vicinissima. Caddi per terra e mi coprii le orecchie: dopo l'esplosione ci fu un grosso schianto, erano i vetri delle finestre che si rompevano. Un milione di schegge taglienti caddero sul letto dove stavo dormendo fino a un attimo prima, la mamma urlò e mi afferro. Baba (papà) ci abbracciò forte forte e poi uscì per cercare gli zii, così potevano aggiustare le finestre. Ma io avrei voluto che loro potessero aggiustare la guerra".

Bana non pianse quando sentì la bomba, pianse dopo: "Quando baba e mamma decisero che non potevo più andare a scuola, non era sicuro. Dovetti smettere anche di andare in piscina e al parco, e di giocare con la mia migliore amica Yasmin, perché poteva caderci addosso una bomba. Ogni volta che pensavo che non potevamo più fare nessuna delle cose che ci piacevano mi veniva un groppo in gola. Odiavo la guerra".

(Redazione Online/L)

© Riproduzione riservata