Attentato questa mattina a Gerusalemme. Sei persone sono morte e undici sono rimaste ferite, di cui alcune gravemente, in un attacco con armi da fuoco avvenuto al Ramot Junction, zona nord della città. Al confine tra la parte ovest, governata legittimamente da Israele, e la parte est, occupata da Israele nel 1967.

Due i terroristi in azione, entrambi sono stati uccisi da un militare e un civile, entrambi ultraortodossi.

Secondo le prime informazioni gli assalitori sono saliti su un autobus della linea 62 e hanno aperto il fuoco. Sono stati uccisi da un soldato che si trovava sul posto. Le vittime sono un uomo di 60 anni, una donna di 50 e tre trentenni.

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha immediatamente convocato i vertici della sicurezza nazionale per una riunione urgente, poi si è recato sul luogo dell’attentato e ha rinviato la sua testimonianza al processo che lo vede imputato per corruzione. «Siamo in un'operazione di inseguimento e accerchiamento dei villaggi da cui provenivano i terroristi. Raggiungeremo tutti coloro che li hanno aiutati, chi li ha mandati», ha detto Netanyahu. «Lo Shin Bet, l'Idf hanno sventato centinaia di attentati quest'anno, ma purtroppo non questa mattina. Voglio dirlo nella maniera più chiara: questi attentati non ci indeboliscono. Al contrario aumentano la nostra determinazione a completare le missioni che ci siamo assunti, sia a Gaza, sia in Cisgiordania, ovunque».

Il ministro di ultradestra Bezalel Smotrich ha chiesto addirittura lo smantellamento dell'Autorità nazionale palestinese dopo l'attentato: «Lo Stato di Israele non può accettare un'Autorità nazionale palestinese che cresce ed educa i propri figli per uccidere gli ebrei. L’Anp deve scomparire dalla mappa e i villaggi da cui provengono i terroristi dovrebbero assomigliare a Rafah e Beit Hanoun (le città di Gaza ridotte in macerie nella guerra, ndr)».

E il ministro della Difesa Israel Katz ha lasciato intendere che è il momento di impossessarsi di altri territori in Cisgiordania. «L’atroce attacco terroristico avrà conseguenze gravi e di vasta portata. Così come abbiamo sconfitto il terrorismo palestinese nella Samaria settentrionale (nord Cisgiordania), presto faremo lo stesso in altri campi terroristici».

A quanto si apprende i due assalitori erano residenti in due villaggi palestinesi in Cisgiordania a nord ovest della città Santa, Kubiba e Katna. I due non avevano il permesso per entrare in IsraeleHamas li ha definiti eroi: «Benediciamo l’operazione eroica che è una risposta naturale ai crimini dell’occupazione e alla guerra di sterminio che Israele sta conducendo contro il nostro popolo». Hamas non ha rivendicato l’azione e non si è assunto la responsabilità dell’attacco, ma ha invitato i palestinesi della Cisgiordania a «intensificare lo scontro con l’occupazione e i suoi coloni».

L’Anp ha invece condannato l’attentato: «La presidenza palestinese dell'Anp ha ribadito la sua ferma posizione nel respingere e condannare qualsiasi attacco contro civili palestinesi e israeliani e ha denunciato tutte le forme di violenza e terrorismo, indipendentemente dalla loro fonte», riferisce una nota ufficiale. «La presidenza ha sottolineato che la sicurezza e la stabilità nella regione non possono essere raggiunte senza porre fine all'occupazione, fermare gli atti di genocidio nella Striscia e fermare il terrorismo coloniale in tutta la Cisgiordania, compresa Gerusalemme occupata».

Il notiziario di Channel 12 ha intervistato il paramedico del servizio ambulanze arrivato sul luogo dell'attacco: «Siamo arrivati in massa non appena abbiamo sentito la segnalazione. Una volta sul posto abbiamo visto persone che giacevano prive di sensi ai lati della strada e sul marciapiede vicino alla fermata dell'autobus. C'è molta distruzione sulla scena, vetri rotti a terra e molta confusione. Abbiamo iniziato a fornire cure mediche ai feriti e continuiamo a curarli e a trasportarli in ospedale».

«Ho sparato ai terroristi finché non ho visto che smettevano di muoversi», ha raccontato il comandante ultraortodosso della brigata Asmonea, uno dei due militari che hanno neutralizzato gli attentatori. «Ho individuato i due terroristi, ho aperto il fuoco su di loro finché non li ho visti cadere. Da lì ci siamo mossi un po' in linea. Poi ho scaricato l'arma, ho preso distanza e ho iniziato a soccorrere i feriti». Poi ha raccontato di aver applicato un laccio emostatico a due donne sul luogo dell'attentato e, quando sono arrivati i soccorritori, è tornato nel punto dove aveva sparato ai terroristi. «Mi sono avvicinato agli agenti di polizia e ho detto: salve, sono io quello che li ha neutralizzati». Il comandante ha neutralizzato i terroristi insieme con un civile, anche lui ortodosso, come buona parte dei residenti del quartiere Ramot.

(Unioneonline/L)

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