Raffica di attacchi, in Indonesia, contro chiese cattoliche: il primo bilancio, che rischia di aggravarsi nelle prossime ore, parla di undici morti e una quarantina di feriti.

Tre kamikaze - una donna con i suoi due figlioletti dai primi accertamenti - si sono fatti saltare in aria in altrettante chiese di Surabaya, la seconda città più grande del Paese, a forte maggioranza musulmana.

Pochi giorni fa la polizia ha soffocato nel sangue una rivolta in carcere vicino a Giacarta; i due episodi potrebbero essere legati e la strage negli edifici sacri non sarebbe altro che un gesto di risposta.

Per gli inquirenti, infatti, alla base delle esplosioni ci sarebbe un gruppo legato all'Isis. E lo Stato Islamico ha confermato, rivendicando gli attacchi tramite Amaq, la sua agenzia di propaganda.

LA PREGHIERA DEL PAPA - "Sono particolarmente vicino al caro popolo dell'Indonesia - ha detto Papa Francesco durante il Regina Coeli in Piazza San Pietro, a Roma - in modo speciale alle comunità cristiane della città di Surabaya, duramente colpite dal grave attacco contro luoghi di culto".

"Elevo la mia preghiera per le vittime e i loro congiunti. Insieme invochiamo il Dio della pace affinché faccia cessare queste violente azioni, e nel cuore di tutti trovino spazio non sentimenti di odio e violenza, ma di riconciliazione e di fraternità".

(Unioneonline/s.s.-D)
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