Julian Assange rischia seriamente di essere sfrattato dall'ambasciata dell'Ecuador a Londra.

A dare il benservito al fondatore di Wikileaks (che ancora non ha mantenuto la promessa di consegnarsi agli Usa dopo che l'ex presidente Barack Obama ha graziato la talpa del Datagate Chelsea Manning) potrebbe essere l'attuale leader dell'opposizione del Paese sudamericano, Guillermo Lasso.

In Ecuador si vota tra poco più di una settimana e Lasso, capo della coalizione di destra, parlando con i tabloid britannici, ha detto: "Se vinco chiederemo ad Assange di andar via entro 30 giorni".

"Il popolo ecuadoriano ha pagato un prezzo troppo alto, il suo asilo è molto costoso e ormai non è più giustificato", ha spiegato il politico ecuadoriano.

Questa possibilità è ancora lontana, ma non troppo: secondo i sondaggi la coalizione di destra è 7 punti indietro al candidato di governo Lenin Moreno, ma un eventuale ballottaggio tra i due potrebbe rimescolare le carte.

Tuttavia Assange potrebbe avere le ore contate anche se Lasso non dovesse vincere, visto che c'è grande malumore all'interno dell'ambasciata ecuadoriana.

"Il nostro personale ne ha passate fin troppe, ci sono dei costi umani, questa è l'ambasciata più attenzionata del Pianeta", ha detto il ministro degli Esteri Guillaume Long.
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