Tom Barrack, rende noto il dipartimento della giustizia degli Usa, è stato arrestato dall’Fbi. Il miliardario grande amico e alleato di Donald Trump, è accusato di aver fatto segretamente lobby per alcuni Paesi del Golfo come l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi. Avrebbe tentato di influenzare la campagna presidenziale del tycoon e la sua successiva amministrazione dopo la vittoria alle presidenziali americane del 2016.

I primi sospetti alla base delle indagini avviate tre anni fa dalla procura di New York sono nati dall’inchiesta sul Russiagate, quindi tra il 2016 e il 2018. Trump aveva nominato Barrack presidente del comitato inaugurale dopo la conquista della Casa Bianca. Doveva essere lui l’addetto all’organizzazione della cerimonia prevista per l’Inauguration Day.

Ma ci sono altre persone che sono state incriminate: Matthew Grimes, ex manager della Colony Capital, il fondo di private equity di cui Barrack è stato amministratore delegato e presidente, e Rashid al-Malik Alshahhi, un uomo d'affari degli Emirati molto vicino ai governanti di Abu Dhabi.

Dal canto suo, il miliardario, che oggi ha 74 anni, ha sempre negato ogni addebito, sostenendo attraverso i suoi legali di essere stato semplicemente un intermediario indipendente tra alcuni leader del Golfo Persico e l'amministrazione Trump, senza agire per conto di entità o governi stranieri.

Però i dubbi ci sono e si concentrano sui consistenti investimenti di cui la Colony Capital ha beneficiato dall'Arabia Saudita e dagli Emirati da quando Trump ha ottenuto la nomination presidenziale dal partito repubblicano (era il luglio 2016), si parla di una somma intorno a 1,5 miliardi di dollari, di cui circa 474 milioni provenienti da fondi sovrani controllati dai governi di Riad e Abu Dhabi.

Ma non solo: a leggere le carte del dipartimento di giustizia, Barrack avrebbe alterato per conto dei due Paesi stranieri alcune dichiarazioni e alcune linee politiche dell'allora presidente Trump. 

(Unioneonline/s.s.)

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