I genitori di Charlie Gard, il bambino morto il 28 luglio scorso dopo lo stop ai supporti vitali chiesto dai medici e decretato dai giudici, rompono il silenzio.

Lo fanno per Thomas e Kate Evans, i genitori del piccolo Alfie morto il 28 aprile in una situazione analoga e quella di loro figlio.

“Sentiamo il loro dolore, e se vorranno li incontreremo, se questo può aiutarli”, hanno detto Chris Gard e Connie Yates, 33 e 32 anni.

Dalla morte del loro bimbo i Gard hanno deciso di battersi per una “Charlie’s Law”, una legge che possa dare alle famiglie maggiori diritti e più voce in capitolo nelle decisioni da prendere sui loro figli malati.

Un dibattito che si è riacceso prepotentemente in Gran Bretagna proprio alla luce della vicenda di Alfie Evans.

“Sappiamo quanto i genitori di Alfie saranno devastati e vuoti per il fatto che la disperata battaglia per salvarlo è finita. La loro vicenda è arrivata troppo presto dopo la nostra ed è stato straziante vederli fuori dalle stesse Corti a vivere la nostra stessa agonia, con il dolore inciso sui volti”, ha detto Connie.

“Questo caso – ha aggiunto – ci ha reso ancora più determinati a lottare per nuove leggi, affinché ad altri genitori possa essere risparmiato tutto questo”.

Nel caso di Charlie Gard la richiesta dei genitori era che loro figlio, affetto da una grave e rara sindrome da deplezione del Dna mitocondriale, venisse sottoposto a un trattamento sperimentale negli Usa, ma mr Justice diedece ragione al Great Ormond Street Hospital di Londra, che sosteneva lo stop ai supporti che tenevano in vita il piccolo.

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata