Esattamente 20 anni fa, il 12 novembre 2003, l’attentato di Nassiriya in cui persero la vita 19 italiani, 12 carabinieri, 5 soldati e 2 civili. Tra di loro un sardo, il maresciallo di Sant’Antioco Silvio Olla.

La missione italiana in Iraq era iniziata pochi mesi prima, a giugno, quando un camion imbottito di esplosivo fu lanciato a tutta velocità contro la palazzina che ospitava il contingente italiano. Il camion forzò il posto di blocco, i suoi occupanti aprirono anche il fuoco contro i militari che risposero ma non riuscirono a fermare il mezzo.

Travolte anche le reti e i fili spinati posti a difesa della struttura, poi l’esplosione (usati 4 kamikaze e oltre 200 chili di esplosivo) sventrò gran parte dell’edificio.

Le vittime: 12 carabinieri (Enzo Fregosi, Giovanni Cavallaro, Alfonso Trincone, Alfio Ragazzi, Massimiliano Bruno, Daniele Ghione, Filippo Merlino, Giuseppe Coletta, Ivan Ghitti, Domenico Intravaia, Horatio Maiorana, Andrea Filippa); cinque uomini dell' esercito (Massimo Ficuciello, Silvio Olla, Emanuele Ferraro, Alessandro Carrisi e Pietro Petrucci); due civili, il regista Stefano Rolla, che stava facendo un sopralluogo per un film sulle missioni di pace e l' operatore della cooperazione internazionale Marco Beci.

Esecutori e mandanti della strage furono individuati, ma erano tutti morti. Fu aperta anche un’inchiesta sulle carenze delle misure di sicurezza della base: assolti i comandanti italiani, ma il generale Bruno Stano è stato ritenuto civilmente responsabile dalla Cassazione e condannato a risarcire i familiari delle vittime.
(Unioneonline/L)

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