Mandato di cattura internazionale della magistratura argentina per monsignor Gustavo Zanchetta, religioso cinquantacinquenne originario di Rosario, accusato di abusi sessuali nei confronti di almeno due seminaristi.

Un provvedimento che è stato disposto, viene sottolineato, per la mancanza di volontà dell'imputato di collaborare alle procedure di istruzione del processo.

L'ex vescovo di Oran, considerato vicino a Papa Francesco, non ha risposto a telefonate e email inviategli per la notifica degli atti processuali e ha spostato il suo domicilio nello Stato del Vaticano, dove tuttora si trova.

Per la magistratura argentina è infatti formalmente "irreperibile".

Maria Soledad Filtrin, la pm di Salta (una città del sud dell'Argentina) che gestisce l'istruttoria ha ricordato di essersi opposta a suo tempo alla possibilità che il vescovo emerito lasciasse l'Argentina, "proprio nel timore di un suo definitivo abbandono del Paese per sottrarsi alle procedure giudiziarie".

Nonostante questo, l'autorizzazione fu concessa dal giudice competente.

Nel mandato di cattura internazionale si precisa che l'accusa formulata è di "abuso sessuale semplice e continuato ai danni di due seminaristi", un reato "aggravato dal fatto di essere stato commesso da un importante ministro di culto".

In base a questa accusa, la pm ha chiesto lo scorso luglio il rinvio a giudizio del religioso, accompagnandolo con un dossier contenente le prove raccolte durante le indagini e anche i risultati delle perizie psichiatriche e psicologiche realizzate da professionisti incaricati dalla Procura.

Pare che il monsignore passeggiasse di notte nelle stanze dei seminaristi, chiedesse loro massaggi, li svegliasse e li invitasse a bere alcolici per poi aggredirli sessualmente.

(Unioneonline/F)
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