Una sentenza destinata a far discutere quella emessa dai giudici della Corte d'appello di Messina, che hanno condannato i colleghi magistrati accusati di non aver fermato la mano di un uxoricida.

I fatti risalgono a una decina di anni fa.

L'ANTEFATTO - Perseguitata dalla violenza del marito, Marianna Manduca, 32enne originaria di Palagonia (Catania), lo denuncia per 12 volte. Una volta, in particolare, porta agli inquirenti il coltello con cui viene minacciata: "Mio marito mi ha detto 'Io con questo ti ucciderò'".

E così accade: Saverio Nolfo, nell'ottobre del 2007, le sferra 6 coltellate mortali.

IL RICORSO - La coppia aveva tre bambini, all'epoca tra i 5 e i 2 anni, presi in affidamento dal cugino della Manduca. Proprio quest'ultimo, a nome dei tre ragazzi oggi ancora minorenni, ha intentato la causa contro la Procura di Caltagirone nell'aprile del 2011, rea di non aver fatto abbastanza per fermare Nolfo.

E la Corte gli ha dato ragione: da parte dei magistrati siciliani ci fu "negligenza con dolo e colpa grave".

Ora dovranno risarcire i tre orfani e anche il tutore, che si è fatto carico della loro crescita e della loro educazione.

Intanto Nolfo è in carcere, dove sta scontando vent'anni per omicidio.

(Redazione Online/D)
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