Si è avvalso della facoltà di non rispondere Gianluca Soncin, il 52enne accusato dell'omicidio della fidanzata Pamela Genini, che è stato interrogato stamane dal gip di Milano Tommaso Perna.

Soncin, assistito dall'avvocato Simona Luceri, ha scelto la linea del silenzio come già aveva fatto subito dopo l'arresto in ospedale, dove era stato portato dopo aver inscenato un tentativo di suicidio.

Ora l'uomo – un vistoso cerotto sul collo per via dei tagli superficiali che si è procuratore subito dopo il delitto – si trova in isolamento nel carcere di San Vittore e come ha spiegato la sua legale, revocata in quanto Soncin ha nominato un avvocato di fiducia, «non è lucido». «L'ho trovato dimesso - ha aggiunto - non ha ancora preso consapevolezza di quanto accaduto»

Nella sua casa a Cervia gli investigatori hanno sequestrato una decina di coltelli, 'cutter' e a serramanico, simili a quello usato per uccidere Pamela Genini, e quattro-cinque pistole scacciacani. Nelle perquisizioni sono state trovate anche delle chiavi che potrebbero essere simili a quelle dell'abitazione della 29enne, di cui il 52enne aveva fatto copia per fare irruzione due giorni fa, ma è ancora da verificare che si tratti di un'altra copia.

Soncin, 52 anni, ha ucciso due sere fa la fidanzata Pamela Genini di 29 con 24 coltellate. È entrato nell’appartamento della vittima nel quartiere Gorla, a Milano, aveva fatto una copia della chiave. Lei, dopo un rapporto durato più di un anno e mezzo e fatto di violenze, vessazioni, minacce e privazioni, lo aveva lasciato nel pomeriggio.

Soncin, biellese di origine, in passato era stato arrestato per una truffa attraverso la compravendita delle auto di lusso e aveva precedenti per aggressioni. Una relazione cominciata nel marzo 2024, in cui lui ben presto aveva mostrato di essere violento e possessivo: botte e calci, vestiti stappati di dosso, una pistola puntata al ventre, continui soprusi e minacce di morte a lei e ai suoi genitori.

Lei era al telefono con l’ex fidanzato, suo coetaneo con cui aveva mantenuto un ottimo rapporto di amicizia, quando Soncin è entrato in casa. «Aiuto, aiuto, aiuto», sono le sue ultime parole prima di interrompere la conversazione. Poi un messaggio disperato. «Teso ho paura ha fatto doppione chiavi mie, è entrato, nn so che fare, chiama polizia». Quando gli agenti sono arrivati Pamela respirava ancora, ma era già troppo tardi. Non si è salvata per pochi minuti.

(Unioneonline)

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