Volti rigati e mascelle serrate: centinaia di uomini delle forze dell'ordine, mischiati a semplici cittadini, radunati già dal primo pomeriggio davanti alla basilica di Santa Giustina a Padova per i funerali di Stato dei tre carabinieri vittime dell'esplosione, due giorni fa a Castel D'Azzano, in provincia di Verona.

I feretri di Valerio Daprà, Davide Bernardello e Marco Piffari sono partiti dalla camera ardente allestita al Comando Legione Carabinieri di via Rismondi e sono giunti alla Basilica in Prato della Valle cinque minuti prima dell'inizio delle esequie, accolti da un lungo applauso.

«La vittoria sul mondo e sul male è anche l'amore di chi serve la patria, cioè il prossimo, garantendo la giustizia, il bene comune, la stabilità delle istituzioni preposte a custodire nell'ordine e nell'armonia la comunità umana». Così l'arcivescovo Gian Franco Saba, Ordinario militare per l'Italia, celebrando i funerali: «I nostri fratelli hanno seguito la via del servizio per il bene comune. Nel loro incontro con Cristo si saranno specchiati in Lui vedendo così che il volto bello dell'umanità sta nel servire il prossimo».

Alla cerimonia anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: arrivando in basilica, è voluto andare a portare il suo abbraccio immediato ai familiari dei tre uomini dell'Arma.  Ci sono anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente del Senato Ignazio La Russa, quello della Camera Lorenzo Fontana, i ministri Tajani, Crosetto, Salvini, Piantedosi, Nordio, Abodi, Roccella, Schillaci e Bernini.

Oltre ai familiari presenti i vertici dell'Arma e colleghi dei deceduti, tra cui alcuni militari che erano assieme a loro a Castel D'Azzano, con evidenti segni delle lesioni subite nello scoppio. Nel sagrato è schierato il picchetto d'onore di tutte le forze dell'ordine e dell'esercito.

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(Unioneonline)

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