"Processatemi subito, non voglio che l'udienza sia rinviata per l'emergenza coronavirus".

Federico Ferrini ha formalmente chiesto al Tribunale di Arezzo che l'udienza fissata per il 30 aprile venga celebrata.

L'uomo, reo confesso dell'omicidio di Maria Venancio De Sousa, è recluso da inizio dello scorso settembre nel carcere di Arezzo.

Fu la squadra mobile a incastrare il 37enne commerciante ambulante di prodotti tipici del Casentino. E lui crollò davanti agli elementi raccolti dagli inquirenti.

A fine agosto ebbe una violenta lite con la brasiliana sessantenne con la quale aveva avuto una relazione. E la colpì alla testa con una sbarra di ferro, per poi legarla per il collo al letto dell'appartamento dove la donna riceveva uomini a pagamento. Per il 30 aprile è fissato il processo con rito abbreviato.

Ferrini è accusato di omicidio volontario senza premeditazione né aggravanti.

L'attività giudiziaria in tutta Italia è ferma almeno fino all'11 di maggio. Ma per casi gravi e con detenuti, come questo, se richiesto dall'imputato le udienze si celebrano. In modo fisico o da remoto in videoconferenza questo è da vedere.

E' stato l'avvocato Gionata Giannini, difensore dell'arrestato, a chiedere che tutto abbia corso. Ne hanno preso atto l'ufficio del gip di Arezzo, il pm Chiara Pistolesi e le parti civili, i familiari della vittima, rappresentati dagli avvocati Alessandro Calussi, Davide Scarabicchi e Riccardo Lelli.

L'avvocato difensore Giannini riferisce che il suo assistito vuol definire senza rinvii la sua vicenda, dopo aver confessato e collaborato, pronto a pagare per ciò che ha commesso.

(Unioneonline/F)
© Riproduzione riservata