Altri due arresti nell’ambito della maxi indagine della Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura di Rimini, che lo scorso gennaio ha smantellato un sodalizio con base in Romagna, ma ramificato in tutto il territorio nazionale, composto da 56 associati e 22 prestanome, indagati con l'accusa di aver frodato lo Stato italiano per 440 milioni di euro commercializzando falsi crediti di imposta, i cosiddetti bonus, introdotti dal Decreto Rilancio.

Si tratta di uno dei capi dell’associazione per delinquere e di un commercialista.

Il primo – ribattezzato dagli inquirenti il “Re dei Bonus" – è stato fermato a Santo Domingo, mentre il secondo – considerato la mente “tecnica” della truffa – è stato arrestato all’aeroporto di Medellin, in Colombia, ed è detenuto nelle carceri di Bogotà in attesa delle procedure di estradizione.

Al momento del fermo il “Re dei Bonus”, originario della Puglia, che aveva lasciato poco prima che scattassero le ordinanze cautelari, è stato trovato in possesso di numerosi telefoni cellulari, varie schede telefoniche di diversa nazionalità e oltre dieci carte di credito e denaro contante tra euro, dollari, pesos colombiani e dominicani per circa 6 mila euro.

Già ricondotto in Italia, è stato portato nel carcere di Rimini, a disposizione dell’autorità giudiziaria. 

(Unioneonline/l.f.)

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