Per la prima volta in Lombardia, presso la struttura di Cardiochirurgia e del Trapianto del Cuore del Niguarda di Milano diretta dal Dottor Claudio Russo, è stato eseguito un trapianto di cuore da donatore a cuore fermo.

Il cuore è rimasto fermo per 20 minuti e  ha ripreso a battere grazie a tecniche di riperfusione cardiaca e grazie alla circolazione extracorporea. È stato possibile così impiantarlo con successo in un paziente con grave cardiopatia. Attualmente il ricevente è in buone condizioni generali e prosegue il suo percorso di cure ospedaliere. L’equipe cardiochirurgica del dottor Russo era composta da altri quattro cardiochirurghi: Aldo Cannata,  Antioco Cappai, Guido Maria Olivieri e Bruno Merlanti. Cappai è originario di Sinnai da dove è partito per Milano 20 anni fa. È sposato ed è padre di quattro figli.

Il trapianto è avvenuto in due sedi separate. A Varese si è reso disponibile un donatore ed una equipe di cardiochirurghi, cardioanestesisti e perfusionista da Milano Niguarda si è recata presso l’Ospedale di Varese per il prelievo. 

In tale sede, dopo la desistenza terapeutica per gravi cause neurologiche, si è fatto ripartire il cuore dopo 20 minuti di arresto con tecniche di riperfusione cardiaca e di circolazione extracorporea. Per quasi due ore, in una sala operatoria gremita,  si è osservato il funzionamento della funzione ventricolare che è apparsa ottimale.

Al termine della valutazione funzionale, in concomitanza dello svezzamento della circolazione extracorporea, si è proceduto al prelievo cardiaco e dei restanti organi (fegato e reni). Il cuore prelevato in ipotermia nel ghiaccio e in una soluzione di preservazione è stato quindi trasportato in auto medica a Niguarda a Milano dove è stato possibile impiantarlo ed osservare una piena ripresa della funzionalità.      

Abitualmente il prelievo di cuore da un donatore è eseguito in seguito a "morte cerebrale” decretata con criteri neurologici. Il prelievo degli organi avviene con gli organi funzionanti e con il cuore battente.

A dicembre, per la prima volta in Lombardia, «il prelievo – spiega Cappai - del cuore è avvenuto quando il muscolo cardiaco non batteva da 20 minuti. Per la legislazione italiana la morte per criteri cardiaci è definita dopo 20 minuti dall’arresto cardiaco (5 minuti in altri Stati europei) e tale tempo era sempre stato considerato troppo lungo per poter garantire una buona funzionalità cardiaca in previsione di un trapianto. Ultimamente in Italia mediante tecniche di riperfusione cardiaca e di circolazione extracorporea si è riusciti a far ripartire il cuore con una funzione soddisfacente.  La cardiochirurgia di Padova è stato il primo centro ad eseguire questo tipo di intervento nel 2023». 

Cappai ha 44 anni, si è laureato in medicina a Cagliari per poi specializzarsi a Milano.

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