Il Consiglio dei Ministri ha approvato l'introduzione dei test psicoattitudinali per l'accesso alla professione di magistrato. 

Sarà il Consiglio Superiore della Magistratura a nominare i docenti universitari in materie psicologiche - su indicazione del Consiglio universitario nazionale, organo indipendente dell'università - che costituiranno la commissione giudicante. Il colloquio psicoattitudinale si svolgerà durante la prova orale e chi avrà superato la prova scritta, prima dell'orale riceverà dei test scritti individuati dal Csm, sul modello di quelli utilizzati per quelli effettuati agli agenti di polizia. Questi ultimi costituiranno la base per il futuro colloquio psicoattitudinale. 

I testi psicoattitudinali per l'accesso alla professione di magistrato si applicheranno per i bandi pubblicati a partire dal 2026, dunque non per i concorsi già banditi. E i concorsi già banditi proseguiranno dunque con le attuali regole. Nel frattempo il Csm avrà modo di organizzarsi per strutturare le nuove procedure previste per le nomine. 

Netta la presa di posizione dell’Associazione Nazionale Magistrati: «Più che una sciagura, è una norma simbolo, lo scopo era creare una suggestione nell'opinione pubblica, ovvero: questi magistrati hanno bisogno di un controllo psichico», ha detto il presidente Giuseppe Santalucia, che ha ricordato come test simili sono stati aboliti in Francia dopo essere rimasti in vigore solo per pochi anni. 

(Unioneonline/l.f.)

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