La sentenza è della corte d'Appello civile di Milano nell'ambito della causa nata da un'inchiesta degli anni '90 con al centro una tangente per costruire il golf di Tolcinasco. Inchiesta che ha visto, tra gli altri, il patteggiamento a un anno di carcere del fratello del Cavaliere per una mazzetta di un miliardo e 300 milioni di vecchie lire versata agli amministratori locali, all'epoca in quota al Pci e al Ps, per poter costruire il complesso sportivo con tanto di albergo.

La sentenza della seconda corte d'Appello, che verrà impugnata in Cassazione, nel quantificare il risarcimento in 11.111.500,00 euro, questa la cifra esatta, ha però stabilito che sette dei politici di allora coinvolti nella vicenda dovranno rimborsare metà della somma e cioè "quanto la Seg abbia complessivamente pagato in esecuzione della sentenza di primo grado e dovrà ulteriormente corrispondere al Comune di Pieve Emanuele in esecuzione della presente decisione". In più, in solido con Berlusconi jr, dovranno accollarsi 55 mila euro di spese processuali in carico allo stesso comune. In primo grado, nel luglio del 2009, il fratello del leader del Pdl era stato condannato con la Società Europe Golf a un risarcimento di 4 milioni e mezzo per "danno all'ambiente" non "da deterioremento" ma per averlo radicalmente cambiato in seguito all'intervento urbanistico legato alla costruzione del Golf Club.

Il Tribunale aveva parlato di "irreversibile modifica dell'intero patrimonio idrogeofaunistico" legato all'edificazione di 207 unità abitative con annessi i box (in tutto 14 mila metri quadrati di superficie lorda) della club house e del campo da golf e alla ristrutturazione del castello. A ciò si era aggiunto il danno alla "funzionalità" del comune dell'hinterland milanese e "all'immagine dell'ente pubblico territoriale". La causa civile è arrivata molti anni dopo l'inchiesta penale che era sfociata in una serie di patteggiamenti: quello a un anno di reclusione definito nel 1997 davanti alla Corte d'Appello penale per Paolo Berlusconi e quelli 'ratificati' in precedenza che andavano dai due anni ai tre anni e mezzo di carcere per alcuni imputati tra i quali Paolo Bonsignore, Antonio Dama, Luigi Marini e Michele Martino.

Nel giugno del 2001, invece, sempre la Corte d'Appello aveva dichiarato la prescrizione, scattata grazie alla concessione delle attenuanti generiche, per l'ex sindaco del comune Antonio Maresca, per l'ex assessore Luigi Malabarba e per altri amministratori locali e imprenditori.
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