Nel giorno del funerale di Massimo Melis, il 52enne di origine sarda ucciso a Torino la sera di Halloween con un colpo di pistola alla tempia, arriva una svolta. Un uomo è stato fermato dopo un lungo interrogatorio. Alle domande avrebbe risposto in modo molto evasivo e ha poi chiesto di avere un avvocato.

Luigi O., 62enne originario di Piazza Armerina, nell’Ennese, conosceva Patrizia, l’amica dell’autista della Croce Verde, e da lui era stato respinto. Ma tanti aspetti ancora sono da chiarire. Il sospettato si è infatti trincerato dietro il silenzio.

Tra gli elementi che hanno portato gli inquirenti sulle sue tracce ci sono dei fermo immagine catturati dalla videosorveglianza. Non solo: anche minacce e avvertimenti ritrovati nelle chat e nei messaggi di Melis.

Nonostante la prima pista battuta fosse stata quella dello stalker dell’amica, nessuna ipotesi era stata tralasciata.

Quel giorno, era domenica, Melis l’aveva accompagnata a casa dopo una giornata trascorsa insieme. Si erano salutati, Massimo era tornato alla macchina e poi il colpo alla testa. I contorni erano quelli di una vera e propria esecuzione.

Scavando nel suo passato e nel suo presente, sono emersi alcuni dettagli: aveva acquistato un piccolo appartamento che era finito all’asta. Gli inquilini, a quanto risulta, non avevano pagato l’affitto e le spese condominiali. Ecco quindi che con la banca si era creato un debito, che preoccupava seriamente Melis tanto da aver chiesto un aiuto alla famiglia. Inizialmente quella casa doveva essere il suo luogo di residenza ma aveva infine deciso di rimanere a vivere con la madre. Gli amici, tanti, tantissimi, non solo tra i colleghi della Croce Verde, si erano offerti di prestargli del denaro, ma lui aveva rifiutato.

(Unioneonline/s.s.)

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