Suore sottopagate o non pagate affatto, sfruttate, costrette a lavori umilianti, in alcuni casi talmente frustrate da essere costrette ad assumere ansiolitici.

L'"Osservatore Romano", in un servizio-denuncia sul suo supplemento mensile "Donne chiesa mondo", ha denunciato le condizioni umilianti in cui operano tante religiose.

A squarciare il velo del silenzio, una suora arrivata dall'Africa una ventina di anni fa che accoglie religiose da tutto il mondo.

"Ricevo spesso suore in situazione di servizio domestico decisamente poco riconosciuto. Alcune di loro - ha raccontato la suora al quotidiano della Santa Sede - servono nelle abitazioni di vescovi o cardinali, altre lavorano in cucina in strutture di Chiesa o svolgono compiti di catechesi e d'insegnamento. Alcune di loro, impiegate al servizio di uomini di Chiesa, si alzano all'alba per preparare la colazione e vanno a dormire una volta che la cena è stata servita, la casa riordinata, la biancheria lavata e stirata. In questo tipo di 'servizio' le suore non hanno un orario preciso e regolamentato, come i laici, e la loro retribuzione è aleatoria, spesso molto modesta".

Secondo quanto raccontato dalla suora, ci sono addirittura religiose che non vengono nemmeno ammesse alla tavola a mangiare con il prete per cui lavorano: "Un ecclesiastico pensa di farsi servire un pasto dalla sua suora e poi di lasciarla mangiare sola in cucina una volta che è stato servito? È normale per un consacrato essere servito in questo modo da un'altra consacrata? E sapendo che le persone consacrate destinate ai lavori domestici sono quasi sempre donne, religiose? La nostra consacrazione non è uguale alla loro?", ha domandato l'intervistata.

(Unioneonline/F)
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