Sfregio al murales di Willy Monteiro a pochi giorni dall’inizio del processo a carico del branco accusato di averlo pestato a morte.

A Pescara il murales che ritraeva come un supereroe Willy Monteiro, il 21enne ucciso di botte a Colleferro lo scorso settembre, è stato vandalizzato: il volto del giovane è stato ricoperto di vernice bianca.

Proprio giovedì prossimo, 10 giugno, è fissata, davanti alla Corte d'Assise del Tribunale di Frosinone, la prima udienza per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi e i loro amici Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, tutti accusati di omicidio volontario. Il processo si svolgerà a porte chiuse anche per evitare la ressa mediatica in tempi di Covid, visto il clamore che suscitò il caso per la brutale violenza subita dal giovane chef pestato per avere tentato di difendere un amico. Gli imputati verranno giudicati col rito immediato.

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Accusati del brutale pestaggio, fatto di colpi ripetuti e ben mirati, sono i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, professionisti della disciplina MMA, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli. Testimoni, in seguito alla morte di Willy, non solo hanno parlato di quella terribile notte ma anche di episodi precedenti accusando in particolare i fratelli Bianchi di atteggiamenti prevaricatori e violenti.

I due fratelli erano poi conosciuti ad Artena, il loro paese, anche per il tenore di vita fatto di macchine di lusso, vestiti firmati e serate in locali di lusso.

Willy Monteiro Duarte la notte dell'omicidio era uscito con degli amici: si trovava a Colleferro in piazza Oberdan quando ha incrociato la cieca violenza del gruppo che si era scagliato contro un suo amico. Nel tentativo di difenderlo è diventato bersaglio soprattutto dei Bianchi, che gli hanno inflitto colpi tali da lesionargli gli organi interni e persino da spaccargli il cuore. I quattro furono arrestati quasi subito grazie ai testimoni. Ora devono rispondere di omicidio volontario rischiando fino all'ergastolo.

A maggio per i fratelli Bianchi è già arrivata una condanna: cinque anni e quattro mesi di carcere per spaccio di stupefacenti. I due fratelli gestivano lo spaccio di stupefacenti in alcuni comuni dei Castelli Romani, affari che – stando alle indagini - fruttavano loro abbastanza soldi. 

(Unioneonline/L)

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