Giorgia Meloni è stata «vittima di un episodio di sciatteria». A Palazzo Chigi avevano già cercato di chiudere così il caso della telefonata orchestrata dai due comici russi Vovan e Lexus, in cui la premier era convinta di parlare con il presidente dell'Unione africana Moussa Faki. L'incidente ha infatti contorni ormai chiari ai piani alti del governo e, una volta accertate le responsabilità interne, sono stati presi gli opportuni provvedimenti. Anche perché una situazione simile «non deve ripetersi mai più», aveva giù chiarito il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

E infatti, nel corso della conferenza stampa che Giorgia Meloni ha tenuto oggi dopo il consiglio dei ministri, la premier ha annunciato come questa mattina il suo consigliere diplomatico Francesco Talò ha «rassegnato le dimissioni».

«Quella della telefonata dei due comici russi è stata una vicenda gestita con leggerezza e che ha esposto la nazione», ha aggiunto Giorgia Meloni chiarendo che quello del consigliere diplomatico è stato «un gesto di responsabilità».

«Di queste telefonate ne abbiamo fatte almeno 80 e mi dispiace che in questo inciampo sia messo in discussione ciò che è stato fatto. Ringrazio lui e l'ufficio diplomatico. Io se ricevo una telefonata dall'ufficio del consigliere diplomatico la devo dare per buona, penso che si sia confermata la coerenza del governo», ha aggiunto. 

«Come ho già dichiarato – ha precisato Giorgia Meloni – verso la fine della telefonata ho avuto un dubbio sul tema del nazionalismo ucraino. Ho avuto un dubbio, non una certezza, l’ho segnalato all’ufficio diplomatico che c’era qualcosa che non tornava e credo ci sia stata superficialità nelle verifiche», ha detto ancora la premier rispondendo a una domanda sullo scherzo telefonico dei comici russi.

(Unioneonline/v.l.)

© Riproduzione riservata