Salvini attacca i giudici che nelle ultime settimane hanno pronunciato sentenze contro alcuni suoi provvedimenti.

Il Viminale impugnerà la sentenza del Tar di Firenze contro le "zone rosse" (aree da cui allontanare "balordi e sbandati" che aveva introdotto Salvini nel decreto sicurezza) e altre sentenze che hanno imposto l'iscrizione all'anagrafe di alcuni richiedenti asilo.

Al ministero parlano anche di un ricorso all'Avvocatura dello Stato per valutare se i magistrati che hanno emesso le sentenze avrebbero fatto bene ad astenersi "per posizioni in contrasto col governo in materia di sicurezza", si legge in una nota.

Un Salvini molto contrariato che nega di voler indagare sulle idee dei giudici. Tuttavia il caso è ormai aperto: "Ritengo strano che un giudice partecipi a iniziative pubbliche a favore di un certo tipo di immigrazione e poi emetta sentenze su quei temi. Non è che vai a fare dibattiti sull'immigrazione di massa e poi decidi se un immigrato va espulso o deve rimanere in Italia. Fatti eleggere, vai in Parlamento e cambia la legge", ha dichiarato il ministro.

Salvini si riferisce al giudice del tribunale di Firenze Luciana Breggia, che ha imposto l'iscrizione anagrafica di un immigrato ("Si candidi se vuole cambiare le leggi"). Ma nel mirino ci sarebbero anche Rosaria Trizzino, che presiede il Tar toscano che ha bocciato le zone rosse, e Matilde Betti, che a Bologna ha preso una decisione analoga a quella di Luciana Breggia.

ANM - "Le modalità adottate da autorevoli rappresentanti delle istituzioni gettano discredito sull'intera funzione giudiziaria e perdita di serenità da parte di chi la esercita. Il Csm effettui tutti i passi necessari a tutela della collega Luciana Breggia", recita una nota in cui l'Associazione Nazionale Magistrati esprime "sconcerto" per le parole di Salvini. "Inaccettabile - si legge ancora - che la critica non sia rivolta nel merito del provvedimento ma alle supposte opinioni del giudice".

(Unioneonline/L)
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