Rinvio di sei mesi: è la richiesta della pubblica accusa davanti ai giudici del tribunale di Milano riguardo al procedimento "Ruby ter". Istanza bocciata, con fissazione della nuova udienza a settembre.

I pm Tiziana Sicliano e Luca Gaglio hanno motivato la domanda con la necessità di definire le varie competenze territoriali per alcuni imputati e in attesa che arrivi la sentenza della Cassazione, prevista per il 14 luglio prossimo, sul ricorso presentato da Silvio Berlusconi.

I suoi legali avevano protestato contro la trasmissione degli atti a Milano da parte delle procure di Monza e Treviso in merito alle posizioni di Giovanna Rigato, Aris Espinosa ed Elisa Toti (atti trasferiti, dicono gli avvocati, dopo che gli inquirenti di Milano avevano stabilito che i pagamenti alle tre ragazze fossero avvenuti in territorio di loro competenza).

C'è inoltre lo stralcio che riguarda Berlusconi e Miriam Loddo (il 14 luglio l'udienza preliminare a Pescara).

Per il tribunale, però, non si può attendere sei mesi, come chiesto dai pm, e la nuova udienza è stata fissata all'11 settembre.

I giudici stamattina hanno stabilito l'unificazione dei diversi filoni comprendendo anche l'ex premier insieme ad altri 23 imputati, Ruby (Karima El Mahrough) compresa.

Per la Procura, l'ex premier avrebbe pagato diverse ragazze che partecipavano alle serate a Villa San Martino per ottenere il loro silenzio una volta scoppiato lo scandalo: 10 milioni di euro l'importo totale, di cui 7 alla sola Ruby, con versamenti mensili tra i 2mila e i 5mila euro.

Alcune avrebbero anche ottenuto benefit extra, come case di lusso.

(Redazione Online/s.s.)

© Riproduzione riservata