Sono telefonate di panico quelle che emergono dalle intercettazioni dello scorso 18 gennaio in Abruzzo, quando prefetto e dirigenti regionali si trovarono ad affrontare l'emergenza maltempo e poi la valanga sull'Hotel Rigopiano a Farindola (Pescara) dove morirono 29 persone.

Le chiamate, centinaia di telefonini erano sotto controllo per un'altra indagine, sono contenute nel fascicolo di inchiesta per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, in cui sono indagate 23 persone.

Tra gli indagati c'è un funzionario della Protezione Civile della Provincia di Pescara, Mauro Di Blasio, che, facendo il punto sulla situazione alle 8 del mattino, spiega al suo collega Paolo D'Incecco (anche lui sotto inchiesta) che Roberto Del Rosso - proprietario dell'albergo - ha chiamato più volte per chiedere soccorsi.

"Gli abbiamo detto di darsi una calmata, per il momento dobbiamo prima liberare Farindola e dopo possiamo pensare a lui". "Non rompa i c***i", si dicono.

A mezzogiorno però, D'Incecco cambia idea (anche se l'albergo sarà seppellito solo alle 16:45) dopo che il presidente della Provincia, Antonio Di Marco, gli intima di intervenire anche sulle strade comunali, completamente intasate e impervie: "C'è gente che può perire", gli dice. "Bisogna far venire l'esercito", risponde l'altro.

Una decisione, quella di coinvolgere i mezzi dei soldati, non condivisa dal Prefetto di Pescara, Francesco Provolo, che non dà l'ok.

"Con una certa nonchalance, il Prefetto - dice una consigliera provinciale, Silvina Sarra -, secondo il mio punto di vista, sta sottovalutando lo stato di emergenza...".

"Sai che è mancato? - dice Sarra - Il raccordo. Perché la sala operativa, aprirla adesso che i sindaci sono arrivati al collasso...". "Sì, hai ragione. Doveva essere aperta dieci giorni fa".

Un punto che non torna, stando alle indagini. Il prefetto Provolo, infatti, aveva dichiarato di aver convocato il 16 gennaio il Centro di Coordinamento soccorsi per far fronte maltempo.

Centro che invece è stato aperto non prima delle 12 del 18 gennaio, causando gravissimi ritardi nella gestione dei soccorsi.

(Redazione Online/D)

L'INCHIESTA:

UN SALVATAGGIO AL RIGOPIANO:

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