Hanno scelto oggi in udienza di essere giudicati con rito abbreviato, davanti al gup di Milano Sofia Fioretta, i due genitori affidatari accusati, tra l'altro, di riduzione in schiavitù perché per circa 15 anni, tra il 2000 e il 2015, avrebbero costretto una giovane, ospitata nella loro casa quando era appena maggiorenne, a subire «violenze sessuali, anche di gruppo», anche in «un contesto di riti satanici e messe nere».

Il gup ha rinviato il procedimento al 12 ottobre per la discussione delle parti.

Nel processo la donna, che ora ha 41 anni, è assistita dal legale Massimo Rossi come parte civile. La vicenda, con indagini del pm della Dda di Milano Stefano Ammendola che ha chiesto il processo per i due imputati, era venuta a galla quasi un anno fa e a novembre 2022 il Tribunale del riesame di Milano aveva revocato la misura dell'obbligo di dimora e di divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico per i due coniugi.

La Procura contesta agli indagati di aver esercitato sulla donna «poteri corrispondenti a quelli del diritto di proprietà».

Nel 2002 dalle violenze, anche psicologiche, subite dalla giovane da parte del genitore affidatorio, a cui viene contestato anche il reato di violenza sessuale di gruppo, è nato un figlio.

I genitori hanno sempre negato sostenendo che le denunce della donna sono «tutta una invenzione».

Il caso ha avuto un iter giudiziario travagliato con denunce presentate dalla donna anche fuori dalla Lombardia e indagini che erano state archiviate. 

(Unioneonline)

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