Pietro Orlandi torna a parlare delle sue dichiarazioni sulle uscite notturne di Giovanni Paolo II. Il fratello di Emanuela, la ragazza scomparsa a Roma nel 1983, ospite di “Verissimo”, ha dichiarato: «Io non mi sono mai scusato perché non ho offeso mai nessuno, ho ritenuto opportuno fare ascoltare un audio, poi che io abbia detto quella frase, che Wojtyla usciva di nascosto, lo dicevano tutti quanti, non era considerata una cosa grave però qualcuno ha voluto legare questa situazione alle parole di questo componente della banda della Magliana».

Orlandi ha parlato anche di Wojtyla accostandolo al padre e affermando che uno era una figura "negativa", cioè Wojtyla, e l'altra "positiva", il padre. «Mio padre è morto nel 2004 - ha raccontato - è stato un altro momento buio, nel giro di un anno sono morte due persone, nel 2004 mio padre, nel 2005 Wojtyla, sono le due persone che mi tenevano legato a questa vicenda, Wojtyla in negativo perché io sono sempre stato convinto che lui sapesse che cosa era successo a Emanuela, ricordo quando venne a casa da noi e ci parlò di terrorismo internazionale, ci assicurò che avrebbe fatto il possibile ma poi permise al silenzio e all'omertà di calare su questa vicenda, ha mantenuto il silenzio fino alla fine, così è successo per Ratzinger e Papa Francesco lo ha fatto per dieci anni, forse ora hanno capito che il silenzio non è servito, questi 40 anni passati non posso però dimenticarli e la parola perdono l'ho cancellata dal vocabolario».

«Quando sento la dichiarazione del segretario di Stato, Parolin - ha quindi aggiunto -, sono contento che dica che con questa inchiesta dobbiamo fare chiarezza per una madre che soffre, ma questa madre adesso ne ha 93 di anni e in questi 40 anni non mi sembra che nessuno si sia stracciato le vesti per lei».

(Unioneonline/s.s.)

© Riproduzione riservata