Una nuova doccia fredda per i genitori del piccolo Alex, il bimbo di 18 mesi ricoverato per una rarissima malattia genetica in un ospedale di Londra: le cellule del cordone ombelicale trovate a Bologna, e che appena ieri pareva potessero offrire una speranza di cura, non sono in realtà compatibili.

La conferma arriva dallo stesso padre del piccolo, Paolo Montresor, via Facebook.

"Ci tenevamo purtroppo ad informarvi che abbiamo parlato in questo momento coi medici inglesi che seguono Alessandro Maria - spiega Montresor -, e che ci hanno confermato un basso livello di compatibilità (verificato con una high resolution HLA di next generation) di tale cordone. Non intendiamo commentare oltre, ma ci teniamo a sottolineare che stiamo parlando della vita di un bambino di un anno e mezzo. Credo che la vera ed unica notizia che la stampa dovrebbe pubblicizzare sia il gesto d'amore e di speranza che una nazione intera, scesa nelle piazze o presso i centri trasfusionali, ha deciso di regalare a tutte le persone malate ed in attesa di trapianto, oltre che la volontà delle istituzioni di riuscire a completare la tipizzazione nel minor tempo possibile".

Per il piccolo Alex, infatti, l'Italia intera si è mobilitata. Una gara di solidarietà che ha visto decine e decine di persone assieparsi su e giù per il Paese ai vari centri di raccolta.

Senza un donatore compatibile e un trapianto di cellule staminali del sangue al piccolo restano ormai poche settimane di vita, a causa della linfoistiocistosi emofagocitica da cui è affetto, una malattia che colpisce lo 0,002% dei bambini.

E così la disperata ricerca va avanti, e il piccolo Alex continua a lottare.

(Unioneonline/v.l.)
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