Sarà processato il prossimo 12 aprile davanti alla Corte d'assise a Ferrara, Pier Paolo Alessio, 23 anni accusato di avere ucciso la nonna Maria Luisa Silvestri di 71 anni. L'anziana, colpita a pugni e calci, un anno fa, morì di infarto.

A decidere il rinvio a giudizio dell'uomo il Gip della città estense secondo cui è necessario il dibattimento davanti alla Corte d'assise per chiarire fino in fondo i dettagli della vicenda avvenuta in Via Marconi nella città emiliana.

A giudizio del giudice fu omicidio volontario con dolo eventuale: il nipote picchiando la nonna sapeva che l'avrebbe uccisa, avendo problemi cardiaci gravi, anche se le botte non furono la causa principale della morte. La decisione è giunta oggi pomeriggio a conclusione dell'udienza durata tre ore in cui l'accusa, la Procura ha ribadito le accuse e chiesto il processo, mentre la difesa del ragazzo, l'avvocato ha replicato che l'ipotesi di reato che fotografava con più realtà la tragedia sarebbe l'omicidio preterintenzionale, presentando anche una perizia psichiatrica di parte, che indica una parziale incapacità del ragazzo nel momento dell'aggressione.

Il giudice ha ritenuto che la sede più adeguata per decidere sulla sorte del ragazzo è la Corte d'assise in cui si potranno rinnovare tutte le argomentazioni di difesa e la richiesta anche di perizia psichiatrica.

Quella sera del 20 novembre dello scorso anno, dopo aver cenato nella pizzeria della madre a San Martino, Pier Paolo Alessio e la nonna tornavano verso a casa insieme sulla stessa auto, verso a Ferrara dove abitavano in via Vallelunga, a Pontelagoscuro. Giunti tra via del Lavoro e via Marconi lui iniziò a picchiarla selvaggiamente, in tre momenti diversi, fermando l'auto e venne visto da testimoni che la picchiava con pugni, calci mentre la donna era a terra oppure le sbatteva la testa contro il montate della portiera dell'auto: ma non la uccise a botte, a mani nude, come si era ipotizzato in un primo momento, poiché questa azione fu una concausa: secondo la procura, così facendo, visto che sapeva delle gravi condizioni di salute e dei problemi di cuore dell'anziana, accettò il rischio di poterla uccidere.

(Unioneonline/F)
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