Padre Bruno de Cristofaro, dell’Opera Santuario Madonna di Fatima di Birgi, di Marsala, in provincia di Trapani, nel giorno della memoria ha pubblicato un video in cui paragonava le atroci torture compiute da dal medico nazista Josef Mengele all’aborto. L’aborto, ricordiamo, è sancito dalla legge 194 del 22 maggio 1978 e garantisce la tutela della salute psicofisica della donna. Mengele trattava gli esseri umani come vere e proprie cavie umane, non rispettava nessun codice etico e deontologico e quando i suoi pazienti non gli servivano più li portava a morire nelle camere a gas.

Il video di padre de Cristofaro non è passato di certo inosservato e quelle parole hanno avuto il peso di un macigno sulla sensibilità di molte persone. “Nel campo di concentramento di Auschwitz, il dottor Mengele, conosciuto come ‘l’angelo della morte’, un giorno con un gessetto bianco tracciò una linea su un muro, alta circa 1 metro e 50. Decretò che coloro che superavano questa linea, bambini e ragazzi, potevano vivere. Tutti gli altri dovevano andare nelle camere a gas. Che differenza c’è tra lui e una legge che dice che si merita tutela soltanto dal terzo mese di gestazione in poi? C’è la stessa arbitrarietà”, diceva il prete nel video.

Dopo un tam tam mediatico, padre Bruno è finito su tutte le pagine dei quotidiani, locali e nazionali. Il prete si è subito premurato di rimuovere il video dal suo canale Youtube. Improvvisamente è sparito tutto dalla rete. Come mai? Si sarà forse pentito per quelle parole oppure la pressione mediatica era diventata troppo grande e poteva riversarsi sul suo abito talare? O molto semplicemente ha ricevuto una “tiratina d’orecchie” da monsignor Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo? Pubblicherà nei prossimi giorni un video in cui si scuserà per l’accaduto? Tante le domande al riguardo.

Il vescovo, al momento, non è intervenuto sulla questione. Sulla vicenda non c’è stato neppure un intervento da parte del sindaco di Marsala, Massimo Grillo, o dell’amministrazione comunale. Tutto tace. La Presidenza ANPI di Trapani in una nota ha scritto: “È semplicemente vergognoso l’accostamento, per giunta nella ‘giornata della memoria’ tra l’olocausto nazista e chi sostiene la civiltà del diritto delle donne ad abortire. Solo menti deviate possono fare simili accostamenti. Ancora peggio se arrivano da un prete, questo inqualificabile ‘Padre’ Bruno De Cristofaro, al quale è stata affidata una parrocchia, quella di Birgi (Marsala) e dei fedeli. L’ANPI che insieme ad altre associazioni democratiche tiene vivo il ricordo della guerra di Liberazione, degli eccidi compiuti dai nazifascisti, dei milioni di morti finiti nelle camere a gas esprime tutta la sua indignazione e tutta la sua protesta per gli inqualificabili accostamenti di questo sacerdote, indegno di predicare il Vangelo”.

C’è chi invece la pensa diversamente e sostiene padre Bruno de Cristofaro, come Elena Di Pietra, responsabile per la provincia di Trapani del Popolo della Famiglia che in una nota alla stampa ha fatto sapere: “Il Popolo della Famiglia pone al centro del suo impegno politico e della sua piattaforma programmatica la difesa della vita dal concepimento alla morte naturale e ritiene importante intervenire nel dibattito sorto a seguito della pubblicazione di un video da parte di padre Bruno in occasione della Giornata della Memoria perché il diritto alla vita è alla base di tutti i diritti umani. Ogni essere umano è tale dal momento del concepimento e l’aborto non può essere considerato un diritto né una semplice scelta o un atto di libertà perché coinvolge la vita di un altro essere umano, oltretutto piccolo e indifeso. La difesa della vita non è una questione puramente religiosa e anche il dottor Giorgio Pardi, che fu direttore del Dipartimento universitario di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale San Paolo e poi direttore all’Istituto ‘L. Mangiagalli’, un giorno disse: ‘Io sono ateo, ma per ritenere l’aborto un omicidio non serve la fede, basta osservare. Quello è un bambino’”.

Angelo Barraco
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