I difensori di Massimo Bossetti, gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, hanno depositato al tribunale di Como il ricorso in Cassazione contro la sentenza con cui, nel luglio scorso, i giudici della Corte d'assise di Brescia hanno confermato l'ergastolo per il muratore di Mapello per l'omicidio di Yara Gambirasio, scomparsa da Brembate (Bergamo) il 26 novembre 2010.

Il cadavere della 13enne è stato ritrovato nel febbraio dell'anno successivo.

"Abbiamo presentato un ricorso di 595 pagine, in cui il nodo principale resta il Dna, è una sentenza sbagliata che non ha senso scientifico, che arriva a una conclusione ma senza avere gli elementi per emetterla. Dalla perizia al mancato accesso ai reperti, a Bossetti è stato impedito di difendersi", spiega il legale Salvagni.

Nel ricorso trovano spazio anche "i dati sulle celle telefoniche, sulle fibre trovate sul corpo della vittima, sul passaggio del furgone ripreso dalle telecamere: è una sentenza completamente fuori strada", aggiunge l'avvocato.

Bossetti, in carcere dal giugno 2014, continua a sostenere la sua innocenza, ma ora l'ultima carta da giocare - dopo la conferma dell'ergastolo per l'omicidio della giovane ginnasta - resta la Cassazione.

(Redazione Online/F)

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