"Una morte particolarmente ingiusta. La vittima ha pagato l'essere stato altruista, l'avere aiutato una persona che gli aveva chiesto aiuto". 

Con queste parole il procuratore di Torino, Anna Maria Loreto, ha definito la tragica sorte di Massimo Melis, il 52enne di origine sarda assassinato la notte di Halloween nel capoluogo piemontese.

Loreto ha incontrato i giornalisti per fare il punto sulle indagini, dopo che il gip ha deciso di non convalidare il fermo ma di disporre la misura cautelare del carcere per Luigi Oste, 62 anni, il presunto killer di Melis.

Il procuratore ha fatto riferimento, in particolare, alle premure che la vittima aveva nei confronti dell'amica Patrizia, che la scorsa estate aveva respinto le attenzioni di Oste.

Nei confronti di quest'ultimo il gip, ha precisato il magistrato, ha riconosciuto la sussistenza di due aggravanti, ovvero la premeditazione e i futili motivi.

"L'assassino ha colpito Melis per punire la donna, considerata un oggetto che non ha il diritto di ribellarsi – ha proseguito Loreto – e questa è una ritorsione, una non accettazione della volontà dell'altra persona". 

Ancora, ha spiegato il procuratore, “ci sono immagini che ritraggono il presunto assassino uscire dal suo bar, L'Angelo Azzurro di corso Vercelli, raggiungere il luogo del delitto, distante poche decine di metri, e tornare indietro. E abbiamo delle testimonianze dirette immediate che Luigi Oste era armato".

Dal canto proprio, Luigi Mitola, dirigente della Squadra Mobile della Questura di Torino, ha evidenziato che "ci sono immagini che ritraggono il presunto assassino uscire dal suo bar, “L'Angelo Azzurro” di corso Vercelli, raggiungere il luogo del delitto, distante poche decine di metri, e tornare indietro. E abbiamo delle testimonianze dirette immediate che Luigi Oste era armato".

"Le risultanze delle chat - aggiunge il dirigente della Squadra mobile - ci hanno restituito subito un movente molto forte, molto chiaro e allo stesso tempo immotivato e illogico, perché ha rivolto il suo astio contro una persona che non c'entrava nulla e che a lui non aveva fatto nulla, senza

peraltro neanche interferire nelle decisioni della donna".

(Unioneonline/l.f.)

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