Condanna a trent’anni confermata per Said Mechaquat, l’uomo che il 23 febbraio 2019 ha ucciso sul lungo Po a Torino il 34enne Stefano Leo, commesso in un negozio d’abbigliamento.

I giudici hanno accolto la richiesta della Procura e confermato la sentenza di primo grado.

L’omicidio avvenne in pieno giorno. L’imputato, 29enne di origini marocchine, non conosceva la vittima e avrebbe agito a caso per sfogare una situazione di disagio interiore. Si costituì alcune settimane dopo il delitto e diede spiegazioni confuse del suo gesto: “Lo volevo uccidere perché era felice”, disse tra le altre cose.

Said si era appostato in un vialetto del Lungo Po e aveva aggredito Leo, che stava andando al lavoro, sgozzandolo con un coltello che si era procurato poco prima.

La Corte non ha disposto - come già nel corso del processo di primo grado - la perizia psichiatrica chiesta dalla difesa, e non ha concesso le attenuanti generiche. 

Il commento di Mariagrazia Chiri, madre della vittima: “La tragedia naturalmente resta, ma la nostra richiesta di giustizia è stata accolta”. Said Mechaquat in aula aveva chiesto scusa per il suo gesto. "E' una questione privata che non voglio commentare", ha detto Chiri lasciando il Palazzo di Giustizia.

(Unioneonline/L)

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