Proseguono le indagini sulla tragica vicenda di Castel Sant’Elia, in provincia di Viterbo, dove Ciriaco Pigliaru, 65enne originario di Olbia, ha ucciso la moglie – da cui si stava separando – a colpi di fucile, per poi rivolgere la stessa arma contro di sé, togliendosi la vita. Il tutto sotto gli occhi della loro figlia 30enne, la prima a dare l’allarme. 

I carabinieri stanno conducendo ora verifiche sul fucile utilizzato dall’uomo, sequestrato dopo il delitto, avvenuto davanti a un casolare che la famiglia aveva ristrutturato. Da quanto si apprende apparterrebbe a un conoscente dell’uomo, che non aveva porto d’armi. Gli inquirenti vogliono accertare come se lo sia procurato, se gli sia stato concesso in prestito oppure se lo abbia sottratto. 

E si indaga anche sul movente. Secondo le prime ricostruzioni l’uomo non avrebbe mai accettato la fine della relazione con la moglie – Anna Cupelloni - una 57enne originaria di Nepi – e, dopo la separazione – potrebbero essere intervenuti ulteriori dissidi di natura economica e patrimoniale.

Secondo la stampa locale, i conoscenti della coppia sostengono che l’uomo provasse un “forte risentimento” nei confronti della moglie. 

La pista principale seguita dagli inquirenti sarebbe quella non di un omicidio d’impeto, bensì di un delitto premeditato. 

(Unioneonline/l.f.)

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