Cresce in Italia il fronte dell’obbligo vaccinale, che trae linfa anche dall’autorizzazione completa e definitiva da parte della Food and Drug Administration (Fda) Usa del vaccino Pfizer, finora utilizzato grazie a un’autorizzazione d’emergenza. Ora si attende il disco verde dell’Ema, l’Agenzia europea, poi si potrà iniziare a discuterne seriamente.

"Questa è l'ultima chiamata alle vaccinazioni. Se entro il 15 settembre non avremo superato la soglia dell'80% di popolazione che ha avviato il percorso di immunizzazione, dovremo valutare la possibilità di una forma di obbligo", ha dichiarato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri.

Finora il Green pass è servito a convincere alcuni riluttanti, ma potrebbe non bastare. Sono 4 milioni in Italia, 300mila in Sardegna i non immunizzati. Molti sono riluttanti, timorosi, rinviano finché possono. Poi c’è lo zoccolo duro dei no vax, che secondo Ats sono 140mila, il 10% della popolazione vaccinabile.

Il mese di settembre, dopo il rallentamento fisiologico di agosto, sarà decisivo per dare una svolta alla campagna vaccinale e per valutare se estendere l’obbligo, finora riservato ad alcune categorie.

"Oggi – ha affermato il sottosegretario Andrea Costa – non siamo ancora nelle condizioni di dire qual è la quota dei No vax e quale quella dei cittadini che si possono ancora convincere. I dati emergeranno a settembre e allora faremo riflessioni su questo”.

Per Andrea Crisanti l’approvazione definitiva di Pfizer negli Stati Uniti “apre le porte a provvedimenti di legge che possono introdurre l’obbligo della vaccinazione. Sono vaccini estremamente sicuri, non c'è più questo alibi formale che veniva utilizzato".

“Se si deve arrivare all’obbligo di vaccinazione, ci si arrivi”, ha detto invece Guido Rasi, consulente del Commissario straordinario per l’emergenza Covid Francesco Figliuolo. “Non è tollerabile riempire di nuovo gli ospedali di Covid quando ci sono migliaia di patologie che aspettano ormai da due anni, non è proprio più morale”.

"Con la variante Delta non si può parlare di immunità di gregge. Quello che sta emergendo però è quanto questi vaccini proteggano. Si previene nel 97% dei casi il ricovero e la morte. Questo ormai è stabilito, è un dato assodato e consolidato in tutto il mondo”.

E l’obbligo “non è un’eresia” per Mariastella Gelmini: “Saranno decisivi i dati dei prossimi quindici giorni per fare un bilancio e prendere decisioni”.

Cauto il ministro Speranza: "Sono ottimista e credo che l'80% del target degli italiani vaccinabili sia ampiamente alla nostra portata: abbiamo i numeri delle prenotazioni e lo raggiungeremo a settembre. Dobbiamo convincere i cittadini il più possibile con gli argomenti e con le evidenze scientifiche, con il vaccino che funziona benissimo e consente una copertura tra il 98 e il 99% su ospedalizzazioni e mortalità. Ci manteniamo aperte le possibilità che la Costituzione ci consente, ma solo di fronte a una situazione di massimo bisogno".

“È arrivata l'ora di compiere scelte che decideranno il futuro della tenuta sociale ed economica del nostro Paese: siamo al bivio e la politica, sostenuta dalla scienza, deve decidere se rendere obbligatorio il vaccino”, ha detto la parlamentare sarda del Pd Romina Mura. “Sta diventando ogni giorno più concreto il rischio di un nuovo blocco delle attività e di un drammatico intasamento dei servizi sanitari essenziali. Possiamo permetterci di stare ad aspettare senza ricorrere a misure più efficaci? Non credo”.

Contrario Matteo Salvini: "Spero proprio di no. Gli italiani stanno rispondendo. Nessun Paese europeo ha l'obbligo vaccinale quindi non si capisce perché lo debba avere l'Italia".

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata