La Corte di assise di Parma, presieduta dal giudice Alessandro Conti, ritiene necessario disporre una perizia psichiatrica sulla capacità di intendere e volere all'epoca dei fatti di Chiara Petrolini ed eventualmente la sua pericolosità sociale.

Il conferimento dell'incarico, a periti che saranno nominati extra-udienza, sarà fatto il 15 settembre, quando saranno sentiti anche i primi testimoni.

Si è conclusa così la prima udienza del dibattimento a carico della giovane donna accusata di duplice omicidio premeditato e soppressione dei cadaveri dei due figli neonati, sepolti nel giardino.

All'ex fidanzato di Chiara Petrolini, Samuel Granelli, «interessa sapere chi è Chiara, ma soprattutto perché lo ha fatto: è la sua necessità», ha detto l'avvocato Monica Moschioni, difensore di parte civile per il giovane. Il suo assistito «affronta il procedimento con sofferenza, che lo porta ad arrivare a scoprire qualcosa che non conosceva. Si fa accompagnare in un percorso di sostegno, vuole raggiungere la verità dei fatti». Nessun contatto c'è stato tra i due ragazzi in aula, pur seduti non distanti: «Stiamo cercando di evitare un contatto, è molto impattante», ha confermato Moschioni. 

«Nessuno si era accorto di nulla, non c'erano condizioni per sospettare della gravidanza», ha aggiunto la legale. «Samuel conosceva una Chiara prima dei fatti, con cui ha avuto una relazione come può avere un ragazzo di 21 anni, che non pensava potesse mai compiere l'azione per cui c'è questo processo. Adesso aspetta di scoprire chi è Chiara. Era sconvolto, non poteva crederci. Nell'immediatezza l'ha difesa, dicendo che non era possibile fossero figli di Chiara», ha aggiunto.

Per l’avvocato Nicola Tria, difensore di Chiara Petrolini, quello che ha accaduto non ha una motivazione logica e razionale, ma «può trovare spiegazione solo se andiamo a indagare in quella direzione», cioé nella mente di Chiara Petrolini.

(Unioneonline)

© Riproduzione riservata