Sì, c'è la crisi di governo ed era in corso il voto di fiducia. Ma alla Camera e non al Senato. E siccome Matteo Salvini è un senatore il processo in cui è imputato non può essere rinviato.

Lo ha deciso un giudice del tribunale di Torino, Roberto Ruscello, nel respingere un'istanza di legittimo impedimento sollevata dai difensori del leader della Lega, imputato di vilipendio alla magistratura per delle frasi pronunciate nel 2016.

Durante un congresso regionale della Lega, aveva associato le parole "magistratura" e "schifezza" e l'allora procuratore Armando Spataro aveva aperto un fascicolo per vilipendio. Il dibattimento è cominciato nel 2019, l'ex ministro degli Interni finora non è mai apparso in aula.

"E' un'ordinanza che priva una persona dei suoi diritti civili", ha commentato il legale di Salvini, l'avvocato Claudia Eccher. In tribunale ha spiegato che "il capo della Lega", come lo ha definito lei stessa "prendendo atto dei sondaggi", è stato trattenuto da Roma dagli impegni politico-istituzionali: le comunicazioni del Presidente del Consiglio, le riunioni, i tavoli di concertazione.

Secondo il giudice Ruscello però per i parlamentari il legittimo impedimento scatta quando sono impossibilitati a partecipare alle discussioni e ad esercitare il diritto di voto nella Camera di appartenenza. E oggi la seduta si è svolta a Montecitorio, non al Senato. Che tra l'altro è anche chiuso.

"Salvini - ha ribadito l'avvocato Eccher - ha già fatto più volte presente che vuole esserci alle udienze e anche farsi interrogare. Ma quella di oggi era una giornata molto delicata. Il suo diritto costituzionale di partecipare al processo deve essere riconosciuto, così come deve essergli riconosciuta la necessità di espletare l'attività politica. Non è stato fatto. Ed è una cosa abbastanza grave".

(Unioneonline/D)
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