Per un mese Annalucia Cecere, l’ex insegnante ora indagata per l’omicidio di Nada Cella, avvenuto il 6 maggio 1996, ha minacciato Antonella Pesce Delfino, la criminologa che ha fatto riaprire il cold case dalla procura di Genova.
Nell’estate del 2019 la criminologa si era presentata in casa di Cecere fingendosi interessata ai problemi legati al mondo della scuola. Ma quando la conversazione era andata a finire sulla sua vita precedente a Chiavari, Cecere si era irrigidita e da quel momento erano partite le intimidazioni. Telefonate e audio ora al vaglio della pm Gabriella Dotto che, insieme al procuratore Francesco Pinto, coordina l'indagine della squadra mobile guidata dal primo dirigente Stefano Signoretti.

Parole spesso molto violente: "Perché sei venuta qua ad assicurarti che io avessi solo un cane. Non ho solo quello, ne ho anche un altro che se ti ripresenti qua ti spappola viva hai capito?". E, ancora: "Senti, non fare la finta tonta eh... hai capito con me... Ora faccio riaprire il caso, stai tranquilla... anzi ho saputo adesso da Chiavari... parlato ora con la polizia di Chiavari che forse è stato già riaperto il caso, sta tranquilla... ti ci trascino per i capelli, eh? Poi ti faccio fare le domandine, indovina indovinello... quale zoccola è venuta a casa mia?". "Ma dai non fare la finta tonta stronza... ma come facevi a sapere che uscivo con (...) e di tutti i c... miei e con quello bassino con (...). Come facevi a saperlo? Hai paura, eh? Adesso son qua, non ti preoccupare".

LE INDAGINI – Il caso è stato riaperto grazie alla criminologa, che ha riletto gli atti della vecchia indagine scoprendo particolari sottovalutati ed errori macroscopici. Come il non aver preso in considerazione alcuni bottoni trovati all'epoca in casa dell'indagata tali e quali a uno trovato sotto il corpo della segretaria.

Perquisendo la casa di Cecere a Boves, gli inquirenti hanno ritrovato e sequestrato un motorino che la donna aveva usato a Chiavari 25 anni fa e che adesso la scientifica sottoporrà all'esame del luminol. Una testimone, nei giorni successivi al delitto, aveva raccontato di aver visto, proprio la mattina della morte di Cella, Cecere sotto lo studio del commercialista Marco Soracco (dove è stata uccisa Cella) mentre andava via sul suo motorino.

Oltre a Cecere, difesa dall'avvocato Giovanni Roffo, sono indagati Soracco e l'anziana madre di questi. I due, difesi dall'avvocato Andrea Vernazza, sono accusati di false dichiarazioni al pm per avere mentito sui reali rapporti tra il professionista e l'ex insegnante. 

(Unioneonline/D)

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