"Nessuna traccia di radioattività negli organi".

Questo il risultato delle ultime analisi sul corpo di Imane Fadil, la modella di origine marocchina, testimone chiave delle inchieste Ruby che vedono indagato Silvio Berlusconi, sulla cui morte la Procura di Milano ha aperto un'indagine ipotizzando il possibile avvelenamento.

I nuovi esami, però, escludono che il decesso sia avvenuto a causa di sostanze radioattive.

Le ipotesi da vagliare resterebbero dunque due: una morte per avvelenamento da metalli oppure una morte causata da una malattia autoimmune.

A riguardo della prima, le analisi di sangue e urine sono emersi "valori alti, ma non letali" per cinque metalli, tra cui cadmio, cromo, molibdeno e antimonio (quest'ultimo cento volte superiore alla norma).

Ma, come detto, non si può ancora escludere che a provocare la morte della Fadil possa essere stata una malattia rara, che i medici dell'ospedale Humanitas - dove Imane è stata ricoverata per oltre un mese a partire da fine gennaio - non sarebbero riusciti a diagnosticare.

Quelli per rilevare o escludere la radioattività erano esami propedeutici all'autopsia, che potrà ora essere effettuata senza particolari precauzioni.

(Unioneonline/l.f.)
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