Dopo ore di lavoro ininterrotto delle squadre dei vigili del fuoco, con il supporto di due gru, sono stati rimossi i resti del pullman precipitato ieri sera da un cavalcavia a Mestre. Non rimane più nulla del mezzo elettrico, praticamente nuovo, che era. E che ieri, mentre trasportava da Venezia decine di turisti in un campeggio a Marghera, ha divelto il guardrail ed è precipitato dal cavalcavia, da una altezza di quindici metri, incendiandosi nell’impatto. 

A bordo sono morti in 21, tra cui due bambini – un neonato di pochi mesi e un 12enne - e una ragazza minorenne. Tutte le vittime sono state identificate: nove cittadini ucraini, 4 romeni, 3 tedeschi, due portoghesi, un croato, un sudafricano e l'unico italiano, l'autista del bus.

Quindici i feriti, cinque dei quali in gravi condizioni. Sono tutti stranieri: all'ospedale di Mestre, uno dei nosocomi dove sono stati trasferiti, sono stati allestiti un servizio di accoglienza e una sala dedicata ai familiari.

I soccorritori – una sessantina i mezzi dei vigili del fuoco arrivati sul posto – hanno operato senza sosta per tutta la notte davanti a una scena apocalittica: «Una situazione surreale - ha raccontato uno di loro - non ho mai visto tante persone pronte a dare una mano». 

LA RICOSTRUZIONE – Cosa sia accaduto nei minuti che hanno preceduto la strage è ancora un mistero: la Procura della Repubblica di Venezia ha aperto un fascicolo per strage.

Sotto choc i colleghi dell’autista alla guida del mezzo: Rizzotto, originario di Conegliano ma residente a Tezze sul Brenta, era un conducente esperto, dicono, che svolgeva l'attività da 7 anni. Era dipendente della Martini Bus, che aveva noleggiato il mezzo alla società La Linea con la quale aveva un contratto per il trasporto dei turisti a Venezia. Al momento dell'incidente, aveva caricato i turisti in centro storico e li stava riportando in campeggio a Marghera. Da quanto risulta aveva preso servizio 90 minuti prima.

«L'autobus era nuovo (era stato inaugurato un anno fa, nell'ottobre del 2022, ndr)  e lui era bravo» sostiene Massimo Fiorese, amministratore delegato de La Linea. Un video sembra suffragare l'ipotesi del malore: «Si vede il pullman, un mezzo molto pesante perché elettrico - dice Fiorese - poco prima di cadere dal cavalcavia. Il mezzo arriva, rallenta, frena. È quasi fermo quando sfonda il guardrail». Guardrail che, è l’accusa di Fiorese, «dalle immagini dei filmati che abbiamo visionato è quasi una ringhiera». 

IL VIDEO – Tra i video al vaglio degli inquirenti c’è quello della “Smart control room” del Comune di Venezia: la telecamera è puntata alla base della rampa che da Mestre porta a Venezia, e ritrae la sommità del cavalcavia, nel tratto in discesa verso la bretella per l'autostrada A4. Si nota il bus affiancarne un altro, presumibilmente fermo al semaforo che piega a sinistra, verso Marghera, e che ha la freccia inserita. Subito dopo si vede il mezzo piegarsi e cadere, mentre l'altro aziona improvvisamente lo stop. Non si intravedono altri veicoli.

«Stiamo lavorando sulla dinamica dell'incidente che ha visto il bus toccare e scivolare lungo il guardrail per un cinquantina di metri, e infine, con un'ulteriore spinta a destra, precipitare al suolo», ha detto il Procuratore di Venezia Cherchi facendo il punto. «Non ci sono segni di frenata, né contatti con altri mezzi», ha aggiunto. 

«Il primo a dare i soccorsi è stato l'autista del bus che è stato affiancato, non toccato, dal mezzo precipitato. Nel dare l'allarme - ha sottolineato - ha anche lanciato un suo estintore verso il pullman caduto, che sprigionava fiamme». Proprio le testimonianze escludono che il bus precipitato andasse veloce. «I testimoni - ha aggiunto Cherchi - hanno detto che andava piano, il tratto stradale prima è in salita e comunque, oggettivamente, non permette alte velocità. Comunque ci arriveranno i dati a certificare anche questo».

(Unioneonline/D)

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