Due uomini e un bambino, mano nella mano per le strade del centro storico di Milano, tutti vestiti di blu, dai piedi al volto. 

L’artista sardo Nicola Mette, 44 anni, porta in scena una nuova performance/azione per sensibilizzare sul tema dei diritti civili, questa volta a tre giorni dalla presentazione in Parlamento della proposta di legge contro la maternità surrogata, dichiarata reato universale, e che prevede la punibilità per i soli cittadini italiani che ne faranno ricorso.

«Un testo folle che vuole ostacolare la possibilità per le coppie, non solo omosessuali, di costruirsi una famiglia», spiega Mette, che assieme all’amico Mattia e al piccolo Daniel, suo allievo a scuola, ha indossato una tuta azzurra e camminato per le vie della città meneghina, tra gli sguardi increduli dei turisti.

I tre erano simbolicamente una famiglia arcobaleno, senza volto perché senza diritti, «persone che quotidianamente si muovono nelle nostre città, lavorano e si realizzano come una qualsiasi famiglia tradizionale. Seppure invisibili, persone reali che esistono già in Italia, che vogliono vivere con dignità, ed esprimere al meglio la propria identità all’interno di una società che non li discrimini».

Le tappe: anzitutto la Prefettura, da cui a seguito di un provvedimento del ministero dell’Interno è partito lo stop alla trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali. Una decisione che «lascia molti bambini in una situazione di disparità rispetto ai figli delle coppie eterosessuali». E poi San Babila, Duomo, Palazzo Reale, Museo del Novecento, Galleria Vittorio Emanuele II, Palazzo Marino, sede del Comune di Milano.

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La performance si chiama “Surrogati” perché «agli occhi di questo governo non abbiamo alcun diritto o legge che ci tuteli». Dal ddl Zan contro l’omotransfobia, affossato più volte in Parlamento, alla legge sulle unioni civili, «che non vengono riconosciute alla stregua dei matrimoni eterosessuali». E ora anche il tentativo di togliere diritti ai bimbi nati da maternità surrogata e ai loro genitori.

Il governo Meloni si è insediato da pochi mesi ma, secondo Mette, fin da subito ha reso «evidente come la priorità della destra sia quella di limitare i diritti delle persone Lgbtqia+, seguendo il modello ultraconservatore e reazionario delle politiche di Orbàn». «Tutte le priorità sono uguali: abbiamo bisogno di una sanità più efficiente, affitti meno cari, qualità della vita più alta. E più diritti civili. Insomma, questo governo si deve dare da fare».

Artista militante, Mette vive e lavora tra la Sardegna, Roma e Milano e da anni indaga l’uomo, non solo nella sessualità, ma anche nei suoi conflitti interiori, nelle sue ipocrisie. Tra le altre sue esibizioni Invisibili a Chefchaolen – Marocco, Foce e Pvc a Bosa Marina, Janas nella necropoli di Filigosa a Macomer.

Surrogati è proprio la prosecuzione della performance/azione Invisibili, messa in scena per la prima volta a Milano nel 2016. Lo scorso febbraio è stata riproposta in Marocco per denunciare tutti i Paesi che ancora perseguitano, a volte anche fino alla morte, le persone Lgbtqia+: nel centro di Chefchaouen, con indosso una veste blu, l'artista ha camminato mimetizzandosi tra le case e le strade di colore blu in uno dei Paesi che più si macchia di gravissime violazioni dei diritti umani.

«L’Italia deve andare avanti e non tornare indietro – conclude Mette – e io, da omosessuale, vorrei solo creare una famiglia come chiunque altro».

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