"Marco Biagi non pedala più", scritte contro il giuslavorista vittima delle Br

"Marco Biagi non pedala più", "Onore a Mario Galesi", "Onore ai compagni combattenti" e "Mille Biagi".

Sono le scritte infamanti comparse sui muri della facoltà di Economia dell'università di Modena nel giorno del 16esimo anniversario della morte di Marco Biagi, ucciso il 19 marzo 2002 dalla Nuove Brigate Rosse a Bologna. Mario Galesi, componente di primo piano dell'organizzazione armata di estrema sinistra, partecipò agli omicidi di Marco Biagi e Massimo D'Antona, ucciso nel 1999 a Roma.

A denunciare l'accaduto sul suo profilo Twitter il giuslavorista Michele Tiraboschi, assistente di Biagi quando quest'ultimo insegnava: "Questa la ragione del perché ricordare Marco Biagi. Non uno stanco rituale ma una battaglia di verità. Una morte assurda e ingiusta, maturata in un clima di odio e intolleranza che purtroppo non è scomparso".

Scritte che hanno suscitato l'indignazione di buona parte della classe politica, a partire dal Pd. Di "scritte ignobili e vergognose che offendono un uomo di Stato" parla Matteo Richetti. "Le parole infami contro Marco Biagi, apparse oggi a Modena, dimostrano l'immensa viltà morale di chi le ha pensate e scritte", gli fa eco Piero Fassino. E di "scritte ripugnanti" parla il segretario Maurizio Martina.

LORENZO BIAGI - A margine del ricordo del padre invece, Lorenzo Biagi ha voluto rispondere alle parole della ex Br Barbara Balzerani che nei giorni scorsi, riferendosi alla vicenda di Aldo Moro, aveva dichiarato che quello della vittima è diventato "un mestiere". "Provo un grande disgusto nei confronti di questa frase, anche perché offende noi vittime e tutte le persone che hanno sofferto: io, come figlio di Marco Biagi e come vittima, penso che ci dovrebbe essere più rispetto nei nostri confronti. Non voglio il monopolio della parola, ma non dovrebbero averlo di certo loro che sono solamente degli assassini e dovrebbero tacere e basta".

Biagi è poi tornato sulla vicenda della scorta revocata al padre: "Lo Stato lo ha abbandonato, mio padre aveva una scorta fino al novembre 2001, penso che il fatto che gli sia stata tolta senza motivo o comunque con una grande sottovalutazione del pericolo sia una cosa molto grave".

(Unioneonline/L)