«Non voglio entrare nella polemica, né nel merito della vicenda. Il mio provvedimento è impugnabile con ricorso per Cassazione, non devo stare a difenderlo. Non rientra nei miei compiti. E poi non si deve trasformare una questione giuridica in una vicenda personale».

Commenta così il caso politico che la vede coinvolta Iolanda Apostolico, magistrata di Catania che nei giorni scorsi non ha convalidato il trattenimento di tre tunisini sconfessando di fatto il cosiddetto decreto Cutro. 

Una decisione, quella della giudice siciliana, che ha innescato la dura reazione da parte della premier Giorgia Meloni e che ha portato il Viminale ad annunciare ricorso contro la sentenza.

Dalla parte di Apostolico si è schierata l’Associazione Nazionale Magistrati di Catania, che in una nota del presidente Alessandro Rizzo «esprime una posizione ferma e rigorosa a tutela della collega, persona perbene che ha lavorato nel rispetto delle leggi, e respinge con sdegno le accuse a lei rivolte. Il rapporto tra potere esecutivo e giudiziario andrebbe improntato a ben altre modalità».

(Unioneonline/l.f.)

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