Una tragedia che poteva essere evitata: è il commento di monsignor Bruno Forte, arcivescovo della diocesi di Chieti-Vasto, sull'omicidio avvenuto ieri e che ha visto come vittima Italo D'Elisa, 22 anni, ucciso da Fabio Di Lello per vendicare la morte di sua moglie, investita da D'Elisa l'estate scorsa.

"La prima cosa che sento è un senso di grande dolore - ha detto il vescovo - per le tre vite spezzate, quella della ragazza, del giovane ucciso ieri e dell'assassino che ormai, dopo quello che ha fatto, ha una vita distrutta e sconvolta per sempre", aggiungendo la nota polemica: "Con un intervento rapido della giustizia e una punizione esemplare" il dramma poteva essere evitato.

''Il legislatore - ha spiegato - deve essere attento alle leggi che fa e deve articolarle su uno spettro più ampio di situazioni. La magistratura deve fare il suo corso ma nel modo più rapido possibile. Una giustizia lenta è un'ingiustizia".

D'Elisa in questi mesi "non ha mai mostrato alcun pentimento, non ha mai chiesto scusa - ha detto l'avvocato di Di Lello - anzi, era strafottente con la modo e dava fastidio al mio cliente: quando lo incontrava, accelerava sotto i suoi occhi".

Dopo aver ucciso D'Elisa a colpi di pistola, l'omicida è andato sulla tomba della moglie, Roberta Smargiassi, e ha abbandonato la pistola di fianco alla lapide, poi si è costituito.
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