In ospedale mancano le stecche, frattura bloccata con del cartone: la Procura apre un fascicolo
Il giovane era arrivato al Pronto soccorso dopo un incidente. Poi la fot della gamba “impacchettata” è finita sui socialEra arrivato al Pronto soccorso di Patti (Messina) con una frattura al perone. Ma in ospedale non c’erano stecche per l’ingessatura, così i medici gli hanno immobilizzato la gamba usando del cartone da imballaggio. L'infortunato, un 30enne coinvolto in un incidente stradale, si è ritrovato così la gamba impacchettata, tanto che il padre a deciso di postare la foto del “dono” poco gradito su Facebook, chiedendo conto
al presidente della Regione e ai deputati siciliani: «Come si può uscire in queste condizioni da un pronto soccorso?».Dopo il caso, che ha fatto il giro del web, sono arrivati i primi provvedimenti. L'Asp di Messina dopo aver incaricato una commissione ispettiva che ha in corso le verifiche su quanto accaduto ha sollevato dall'incarico la responsabile facente funzione del pronto soccorso, in quanto «era stato conferito nel 2021 con modalità non conformi alla vigente normativa contrattuale di categoria». Inoltre, l'Azienda ha richiesto «di avviare un procedimento disciplinare anche nei confronti del direttore sanitario del presidio ospedaliero dell'ospedale di Patti la mancanza del materiale sanitario». «Le verifiche continueranno», ha assicurato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.
Il procedimento disciplinare nei confronti del direttore sanitario del presidio ospedaliero dell'ospedale di Patti è per «mancata vigilanza in ordine alle procedure di approvvigionamento». Stessa richiesta nei confronti della capo sala «per mancata gestione dei magazzini farmaceutici di reparto e conseguente mancato approvvigionamento dei dispositivi medici». L'Asp ha inoltre comunicato all'assessorato regionale alla Salute che gli immobilizzatori monouso sono stati già consegnati e «l'episodio è ascrivibile a una precisa scelta professionale del medico che ha assistito l'utente», con modalità che sono sembrate del tutto inappropriate».
Nel frattempo il ragazzo, che a due giorni dalle prime cure sarebbe dovuto tornare in ospedale per un controllo, ha fatto sapere che ha «preferito andare a Messina in un centro privato dove mi hanno ingessato. Mi è costato 200 euro».
(Unioneonline/v.f.)