Gli ospedali italiani sono in sofferenza ovunque ma un rapporto dell'Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas), aggiornati al 6 novembre, mette nero su bianco le situazioni particolarmente delicate.

Sono ben 10 le regioni con i reparti di pneumologia, medicina generale e malattie infettive saturi rispetto al limite soglia del 40%: Emilia Romagna (45%), Lazio (44%), Liguria (70%), Lombardia (69%) Marche (47%), Piemonte (93%), Bolzano (98%), Trento (44%), Umbria (49%), Valle d'Aosta (89%). Mentre per le terapie intensive il valore soglia del 30% è superato da 10 regioni (Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Bolzano, Trento, Toscana, Umbria, Valle d'Aosta).

Tre in più rispetto a ieri, a dimostrazione che purtroppo l'emergenza cambia di giorno in giorno.

Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), e Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza, lanciano l'allarme.

GLI ESPERTI - "Il dato allarmante - afferma Ranieri Guerra - è quello dei ricoveri ordinari, che sta saturando i reparti di Medicina Interna di mezza Italia. Questo è un dato su cui è assolutamente fondamentale riflettere, perché rappresenta la sofferenza del territorio e il fatto che la prima linea venga superata". Gli fa eco Ricciardi, ordinario di igiene all'Università Cattolica di Roma. "La situazione degli ospedali è drammatica più o meno in tutta Italia, in certi casi è addirittura tragica. Non riusciamo più a ricoverare i pazienti, quelli che arrivano in ospedale sono un'altra volta quelli gravi o gravissimi e molti devono restare a casa". E "con la capacità di posti letto che abbiamo riusciamo ad assorbire solo pazienti Covid mentre tutti gli altri con altre patologie non riusciamo a curarli o li curiamo male, quindi il sistema va al collasso".

LO STOP - Secondo il nuovo report dell'Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (Altems) dell'Università Cattolica, sono già almeno 4 le regioni che hanno optato per una sospensione integrale dei ricoveri di tutte le classi di priorità: Lombardia, Puglia, Calabria e Campania, mentre l'Abruzzo ne ha deliberato la sospensione entro 60 giorni. E anche l'attività ambulatoriale comincia a subire ripercussioni: la Campania ha già deliberato la sospensione di tutte le attività eccetto quelle urgenti mentre la Calabria ha sospeso quelle differibili e programmate. Le restanti regioni non hanno emanato ufficialmente degli atti relativi a eventuali sospensioni delle prestazioni ambulatoriali o dei ricoveri, ma questo non esclude che non lo stiano facendo.

LA PRIMA FASE - La situazione resta comunque migliore rispetto alla prima fase dell'emergenza, secondo i dati del Commissario straordinario per l'emergenza Arcuri. Confrontando quelli di ieri, 5 novembre, con quelli del 21 marzo scorso, i ricoverati con sintomi sono passati a essere dal 41% dei contagiati all'attuale 4,9%, nelle terapie intensive prima si trovavano il 6,7% dei pazienti Covid, oggi siamo allo 0,5%. Mentre in isolamento domiciliare ora sono circa il 94% dei positivi a fronte del 51,8% del 21 marzo.

(Unioneonline/D)
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