Nuova udienza a Milano del processo ad Alessandro Impagnatiello, il barman reo confesso dell’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, uccisa con 37 coltellate mentre aspettava da 7 mesi il loro bambino.

Oggi in aula è stata mostrata l’immagine del corpo di Giulia e lui è scoppiato in lacrime. Ha iniziato a singhiozzare e da quel momento non ha più alzato lo sguardo, restando con la testa china tra le mani. Impagnatiello è in una “gabbia”, già aveva singhiozzato prima, durante la testimonianza del maresciallo dei carabinieri che ha ricostruito l’omicidio.

Nuovi dettagli intanto emergono a favore della premeditazione del delitto. Il 5 febbraio dell’anno scorso, mentre era all’aeroporto di Malpensa in attesa di Giulia che rientrava da Napoli, Impagnatiello sul suo smartphone faceva ricerche sul cloroformio, comprato online sotto falso nome qualche giorno dopo e poi ritrovato in cantina.

Il particolare è emerso durante la deposizione di un maresciallo dei carabinieri sentito stamane in aula. L'investigatore, nella sua ricostruzione, ha spiegato che l'uomo, tra dicembre 2022 e gennaio e maggio 2023, come risulta dall'analisi del suo telefono, aveva cercato "veleno per topi incinta", "veleno per topi in gravidanza" e "veleno per topi uomo". Il teste ha spiegato, definendola "fondamentale", la ricerca del 7 gennaio dell'anno scorso: «Ha visualizzato una pagina per capire quanto veleno per topi fosse necessario per uccidere una persona».

L’esito dell’autopsia su Giulia e Thiago, ha ricordato il maresciallo, ha dato esito positivo al veleno per topi, sostanze di cui sono state trovate e sequestrate due bustine nello zaino dell’omicida.

Prima dell’udienza i genitori di Giulia hanno ricordato la ragazza con dei post su Instagram.

«Amore nostro, oggi si parlerà di te, di come siete stati strappati alla vita, di come con tutte le tue forze hai cercato la verità, a costo della vostra splendida vita. Tu sai sempre per noi la nostra immensamente Giulia e Thiago il nostro angelo. Lotteremo per te fino all’ultimo», ha scritto la madre Loredana.

«Nulla ci restituirà Giulia - ha scritto invece il padre Franco -, abbiamo gridato a voce alta, lo faremo ancora affinché sia fatta giustizia per lei e Thiago».

Sulle lacrime di Impagnatiello è arrivato anche il commento, laconico, del legale della famiglia Tramontano, Giovanni Cacciapuoti: «Fa il suo ruolo», ha detto, «di fronte a questo quadro probatorio e alla sua confessione l’unica possibilità per lui è dimostrare che il suo atto sia stato causato da uno stato di alterazione mentale. Ipotesi che per noi è indimostrabile e francamente anche offensiva».

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata