Anche gli ultimi dati del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) confermano l’impennata dei prezzi dei carburanti.

La denuncia, a più riprese negli ultimi giorni, è arrivata dall’Unione nazionale consumatori, che registra  «un’impennata, in appena una settimana, di quasi 3,8 cent per la benzina, pari per un pieno di 50 litri a 1 euro e 88 cent, e di oltre 4,9 cent per il gasolio, equivalenti a 2 euro e 47 cent a rifornimento».

Da qui la decisione annunciata dal presidente Massimiliano Dona di presentare «un esposto all’Antitrust sull’andamento anomalo dei carburanti. In particolare, viste le innumerevoli precedenti archiviazioni dell’Authority, abbiamo fatto riferimento al recente riordino delle accise previsto dal decreto 14 maggio 2025 che avrebbe dovuto essere, per il singolo consumatore, una partita di giro, con il gasolio che sarebbe dovuto costare 1,50 centesimi in più al litro, 1,83 conteggiando anche l’Iva al 22% e la benzina che sarebbe dovuta scendere in modo corrispondente. In questo caso, infatti, non si può prendere a pretesto, come giustificazione, l’andamento dei prezzi all’ingrosso internazionali, dato che il decreto valeva solo per l’Italia e che l’andamento del petrolio influenza in egual modo sia il gasolio che la benzina. Insomma, al rincaro del gasolio sarebbe dovuto comunque corrispondere un analogo ribasso della benzina. Ma così non è stato». 

(Unioneonline/E.Fr.)

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